Lavoro: boom di badanti, colf, cuochi e baby sitter. Servizi alle famiglie + 84,4%
ROMA – Boom di badanti, colf, cuochi e baby sitter. In 9 anni il numero di occupati nel settore dei servizi alle famiglie è aumentato dell’84,4%, riuscendo a registrare anche il record in termini assoluti, con un incremento di 346.000 unità. In confronto, i buoni dati registrati nel settore della ristorazione e alberghi, sembrano poca cosa (+25,1%). Solo osservando la situazione nel suo complesso, si può avere un’idea dell”eccezionalità del trend.
Lo scorso anno gli occupati risultano poco più di 23 milioni, con una riduzione di 67.000 unità rispetto al 2008. I dati contenuti nell’ultimo rapporto dell’Istat certificano i cambiamenti in atto nel mondo del lavoro.
COSTRUZIONI, INDUSTRIA – Per un settore che va bene ce n’è un altro che va male. E’ quello delle costruzioni che, negli ultimi anni, ha registrato un calo del 27,5% e la perdita di 537.000 posti di lavoro. Va male anche l’industria in senso stretto, con 358.000 unità in meno (-7,3%). Il macro settore dell’industria, che comprende le due categorie in perdita, complessivamente registra un crollo di 895.000 unità che porta il totale degli impiegati a 6 milioni (-13%).
SERVIZI – Mentre il macro settore dei servizi, che comprende anche le categorie con le migliori performance (servizi alle famiglie e alberghi e ristorazione), segna un incremento complessivo di 810.000 posti, pari al +5,3%, che fa salire il totale dei lavoratori a 16,2 milioni. Al buon risultato contribuiscono anche altri settori, come quello della
sanità e assistenza sociale, dove gli occupati sono 230.000 in più (+14,1%). Mentre altre categorie che fanno parte dello stesso settore hanno sentito gli effetti della crisi, come l’amministrazione pubblica e la difesa, dove il blocco del turn over ha portato a una riduzione di 173.000 posti di lavoro (-12,1%).
OPERAI E ARTIGIANI – Osservando i dati da un altro punto di vista, quello del tipo di lavoro svolto, emerge che sono gli operai e gli artigiani ad aver pagato in misura maggiore il cambiamento in corso, con una riduzione di un milione di posti, che porta il totale delle persone che svolgono questo tipo di attività a 5,2 milioni (-16,2%).
PROFESSIONI – Male anche per le professioni qualificate, con 362.000 posti in meno, che fanno scendere il totale a 8 milioni (-4,3%).
COMMERCIO – A compensare le perdite registrate nelle due categorie ci sono i dipendenti nel commercio e servizi, che salgono a quota 7,1 milioni, grazie a un incremento di 861.000 unità (+13,9%). Bene anche il personale non qualificato, che sale a 2,5 milioni, grazie alla creazione di 437.000 posti (+20,9%).