Migranti: Macron offende ancora l’Italia, populisti come la lebbra
QUIMPER – Dopo che il portavoce del suo movimento, En Marche, aveva definito l’Italia vomitevole, poi costretto a scusarsi, il presidente Emmanuel Macron, al centro delle critiche, torna a difendersi dalle accuse di inazione sull’accoglienza dei migranti e per far questo attacca e tuona contro la «lebbra» populista in Europa. «Li vedete crescere come una lebbra, un po’ ovunque in Europa, in Paesi in cui credevamo fosse impossibile vederli riapparire. I nostri amici vicini dicono le cose peggiori e noi ci abituiamo! Fanno le peggiori provocazioni e nessuno si scandalizza di questo», ha dichiarato chiudendo il suo intervento a Quimper.
Il riferimento – scrive LeFigaro.fr – sarebbe al rifiuto dell’Italia di aprire i porti alle ong. Pronta la risposta di Di Maio. «Queste sono le parole che ha appena pronunciato Macron. Sono offensive e fuori luogo. La vera lebbra è l’ipocrisia di chi respinge gli immigrati a Ventimiglia e vuole farci la morale sul diritto sacrosanto di chiedere una equa ripartizione dei migranti. La solidarietà o è europea o non è» scrive su Facebook il vicepremier. «Gli insulti dei chiacchieroni Macron e Saviano non mi toccano, anzi mi fanno forza. Mentre loro parlano, io oggi sto lavorando per bloccare il traffico di immigrati clandestini nel Mediterraneo e per restituire agli Italiani le numerose ville sequestrate ai mafiosi. C’è chi parla, c’è chi fa. Bacioni» il ministro dell’Interno, Matteo Salvini.
Intanto la Commissione, dando ragione all’Italia e torto a Macron, sta pensando a un nuovo regime degli sbarchi. Lo ha detto il Commissario Ue all’immigrazione e affari interni, Dimitris Avramopoulos: «quando si tratta di ricercare e salvare rifugiati, vediamo che l’Italia si è sempre assunta una responsabilità molto più grande rispetto a quella dei suoi vicini. Hanno ragione a chiedere che la situazione cambi. Le regole internazionali non sono chiare, fanno tutti gli scaricabarili e sono le persone a soffrire. La Commissione ha parlato con Onu e Oim per un nuovo regime di sbarco regionale: si dovrebbe trattare di un accordo tra paesi del Mediterraneo che dovrà garantire che le persone abbiano la protezione di cui hanno bisogno e siano trattate con la dignità che meritano».
Intanto anche la Corte di Giustizia Ue viene in soccorso delle tesi italiane, e di Salvini, dando torto ai buonisti della sinistra e del Vaticano. I richiedenti asilo possono essere fermati al loro arrivo in un Paese dell’Unione europea, che può riesaminare e riconsiderare in ogni momento l’esistenza delle condizioni per offrire protezione internazionale. Lo prevede il diritto comunitario, sostiene l’avvocato generale della Corte di giustizia dell’Ue, Melchior Wathelet, convinto della compatibilità delle misure delle autorità nazionali con il quadro giuridico sovranazionale. I casi in cui uno stato membro può negare o revocare lo status di rifugiato in virtù della direttiva del 2011 sui rifugiati corrispondono alle circostanze in cui la Convenzione di Ginevra consente il respingimento di un rifugiato. L’avvocato generale ricorda, tuttavia, che gli obblighi degli Stati membri in materia di tutela dei diritti fondamentali non possono venire meno. Vuol dire che non ci può essere uno stop preventivo alle richieste di protezione dei nazionali extra-comunitari né un loro respingimento automatico.