Lavoro, Di Maio ricambia: «Si ai voucher». E si accanisce sulle pensioni vere: per finanziare quelle di cittadinanza

ROMA – Chissà quando il ministro del lavoro, Luigi Di Maio, sarà realmente convinto di quel che fa. Dopo aver tanto tuonato contro il lavoro precario, ora vuol rimettere i voucher. E insiste sul taglio delle pensioni cosiddette d’oro, molte delle quali frutto di 40 anni di lavoro e di contributi pesanti, per finanziare le cosiddette pensioni di cittadinanza, ossia da distribuire a chi, evidentemente, non ha lavorato o non ha versato contributi sufficienti per avere una pensione dignitosa. Ma è questo lo Stato di diritto? Oppure è il rovescio di una medaglia che premia chi non ha dato a scapito di chi si è sempre attenuto a leggi, regolamenti e a un regime fiscale fra i più esosi del mondo? Caro Di Maio, visto che per lei cambiare opinione su questione fondamentali è come scegliere un’altra camicia nell’armadio, si faccia spiegare bene che cosa vuol dire aver lavorato una vita, meritandosi una pensione dignitosa. E che cosa invece significa aver lavorato poco (oppure aver evaso tasse e contributi). Il problema? Lui ha fatto la campagna elettorale sul reddito di cittadinanza, ossia dare soldi anche per non lavorare, e ora che non è più certo di avere il consenso di chi ha creduto alla sua promessa, cerca nuovi voti fra i pensionati, soprattutto fra quelli che non hanno versato contributi per una pensione normale.
VOUCHER – Ma andiamo per ordine, cominciando dai voucher. Il ministro dice: «Se i voucher possono servire a settori come l’agricoltura e il turismo, per specifiche competenze, allora ben vengano, l’unica cosa che chiedo alle forze di maggioranza è quella di evitare abusi in futuro».
PENSIONI – Per il pensionamento a quota 100, il governo è a lavoro e sta valutando: non tutte le possibili combinazioni sono convenienti, secondo Di Maio. Sempre in tema di flessibilità, in uscita dovrebbero beneficarne coloro che hanno maturato i 41 anni indipendentemente dall’età anagrafica. E ha ribadito: «Aboliremo le pensioni d’oro o di privilegio, sopra i 4-5mila euro netti e non legate alla contribuzione, anche per finanziare quelle di cittadinanza».
REDDITO – Quanto al reddito di cittadinanza, Di Maio ha ribadito il suo leit motiv, ossia che uno degli obiettivi principali del Governo è l’istituzione del reddito di cittadinanza, che non consideriamo una misura assistenziale, ma una misura economica. Non è un sussidio di povertà o sopravvivenza, ma un volano che spinge il soggetto a ritornare nel mondo del lavoro. Magari spieghi bene come.
