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Migranti, navi Ong, dopo Aqarius torna nel mediterraneo anche Open Arms

ROMA – Sono state le ultime ad abbandonare le acque del Mediterraneo, durante l’estate delle polemiche e dei bracci di ferro con i governi di Italia e Malta. Ora le due imbarcazioni dell’ong spagnola Proactiva Open Arms prendono di nuovo il mare, perché salvare vite umane in pericolo – dicono – è un obbligo, non una scelta. La Astral, veliero battente bandiera britannica capitanato dall’italiano Riccardo Gatti, si sta dirigendo verso le acque internazionali davanti alla Libia.
La nave a motore Open Arms naviga invece verso il sud della Spagna, dove negli ultimi mesi si sono intensificati gli
sbarchi, parallelamente al calo delle partenze verso l’Italia. Nel Mediterraneo centrale l’Astral svolgerà solo «una
missione di osservazione e denuncia», spiega il fondatore della Proactiva Open Arms, Oscar Camps. A bordo, oltre a cinque persone dell”equipaggio, ci sono anche giornalisti di Reuters, Bbc e della televisione spagnola Tve. Con i suoi 33 metri di lunghezza, il veliero si è tuttavia dimostrato nei mesi scorsi perfettamente in grado di effettuare operazioni di salvataggio e non solo di osservazione, caricando in un’occasione oltre 100 migranti. Se si presentasse la necessità non esiterebbero dunque ad accogliere a bordo persone da soccorrere, un’eventualità che darebbe il via all”ennesimo caso europeo. Nel corso dell’estate Camps è stato protagonista in prima persona di duri scontri con il ministro dell’Interno Matteo Salvini. Il leader leghista aveva assicurato alla ong che le sue navi avrebbero visto i porti italiani soltanto in cartolina.
Restano intanto bloccati in alto mare i 58 migranti della nave Aquarius, imbarcazione gestita da altre due ong, Sos
Mediterranee e Medici senza frontiere. Da più di una settimana si trovano nelle acque internazionali al largo di Malta, nonostante il 25 settembre sia stato raggiunto un accordo per trasferirli a Malta e ridistribuirli tra Francia, Germania, Spagna e Portogallo. Ma le cattive condizioni del mare avrebbero finora fatto ritardare lo sbarco.
Sull’Aquarius pende inoltre la spada di Damocle della procedura avviata da Panama per toglierle la bandiera. Le due
ong hanno lanciato una petizione online: puntano a raggiungere un milione di firme sulla piattaforma WeMove per chiedere agli Stati europei di far continuare a navigare la nave. Con lo stesso obiettivo, Sos Mediterranee ha organizzato per il 6 ottobre anche una serie di manifestazioni di piazza in diverse città europee, tra cui Palermo.

navi, ong, open Arms


Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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