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Ancona: 429 indagati, italiani ed estracomunitari, per truffa ai danni dello Stato. Certificavano falsi lavori

ANCONA – L’avevano denominata Easy job, lavoro facile, perché il sistema messo in piedi da una organizzazione dove sono finiti indagati dalla Procura di Ancona in 429 (tra italiani ed extracomunitari) era veramente semplice.
Da un lato c’erano gli stranieri, per lo più macedoni, marocchini, tunisini e albanesi, bisognosi di un permesso di
soggiorno per rimanere in Italia. Dall’altro c’erano imprenditori che così si assicuravano dei guadagni facili.
Adesso rischiano tutti il processo per associazione a delinquere finalizzata alla truffa ai danni dello Stato, induzione alla commissione di falso ideologico e falso materiale in atto atto pubblico e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Chiuse in questi giorni le indagini preliminari dal pm Ruggiero Dicuonzo. L’operazione, di polizia e Guardia di finanza, era culminata nel 2016 con tre arresti: quello di un consulente del lavoro di Fabriano, un napoletano residente ad Ancona e una tarantina residente a Falconara (erano finiti ai domiciliari), ritenuti i vertici dell’organizzazione. Contestati lavoro e permessi facili ai migranti che dopo contratti ritenuti fasulli riuscivano ad ottenere contributi e disoccupazione con la complicità di diverse ditte operanti nell’edilizia e nelle pulizie. Truffata l’Inps per circa 2 milioni di euro. A far scoprire il giro erano stati anomali flussi di cittadini extracomunitari, nel 2013, che per rinnovare e ottenere il permesso di soggiorno presentavano buste paga emesse da aziende che erano sempre le stesse, imprese di pulizie, cooperative, aziende edili, per lo più inattive e con prestanome. Il gruppo
faceva assumere fittiziamente gli extracomunitari, che maturati i requisiti di legge venivano licenziati e presentavano domanda per chiedere la disoccupazione.

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