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Associazioni umanitarie affilano le armi contro il decreto Salvini

ROMA – Le Associazioni umanitarie, proprio quelle che si impegnano (e campano) nel business dell’assistenza fanno a gara nel demonizzare il decreto Salvini prefigurando chissà quali sciagure in seguito alla sua applicazione. E affermano in particolare che con l’entrata in vigore della legge Sicurezza circa 12 mila persone con protezione umanitaria finiranno in strada nelle prossime settimane, mentre saranno 120 mila i migranti vulnerabili nei prossimi 2 anni, tra permessi per motivi umanitari non rinnovati (circa 32.750), non rilasciati (27.300), e pratiche arretrate che saranno esaminate dalle Commissioni Territoriali secondo le nuove disposizioni di legge (70 mila). Questa fotografia emerge dal report ‘I sommersi e i salvati della protezione umanitaria’, diffuso oggi da Oxfam, in occasione della Giornata internazionale dei diritti dei migranti, attraverso le testimonianze di chi da un giorno all’altro si sta vedendo negare il diritto all’accoglienza e
all’integrazione.

A subire le conseguenze più gravi sono neo-maggiorenni, madri con bimbi piccoli, persone in fuga dall’orrore di guerre, persecuzioni e torture che saranno semplicemente tagliate fuori dal sistema di
accoglienza. Con un futuro di fronte che, nella migliore delle ipotesi, si presenta pieno di incognite e un percorso di integrazione lasciato a metà. «Vittime quasi sempre due volte della disumanità
delle politiche migratorie adottate dall’Italia e dall’Europa – denuncia Oxfam – prima con l’accordo Italia-Libia e adesso con le politiche introdotte dal governo.

«Su 18mila permessi per protezione umanitaria concessi da gennaio a settembre nel nostro paese, solo una minoranza potrà continuare a seguire un percorso di integrazione virtuoso all’interno dei centri Sprar – ricorda Giulia Capitani, policy advisor per la crisi migratoria di Oxfam Italia – Le Prefetture di tutta Italia nei giorni scorsi hanno inviato agli enti gestori dei Centri di accoglienza
straordinaria disposizioni per la cessazione immediata dell’accoglienza dei titolari di protezione umanitaria. Migranti vulnerabili sono stati semplicemente gettati in strada, in pieno inverno, senza nessun riguardo per la loro condizione e in totale assenza di soluzioni alternative. Una situazione incredibile da tutti i punti di vista. Ne è riprova la notizia, di queste ore, di una parziale e frettolosa retromarcia del Governo che ha dato indicazioni verbali ai Prefetti di sospendere momentaneamente le revoche dell’accoglienza e di attendere una circolare ministeriale in
proposito».

E un altro collega rincara la dose: «È un’assurda lotteria dell’accoglienza, che la nuova legge ha aggravato a dismisura – denuncia Alessandro Bechini, direttore dei programmi in Italia di Oxfam – Non si tiene più conto della condizione dei richiedenti asilo, del loro percorso di integrazione. Ci sono capitati casi di persone in grande difficoltà, famiglie con bambini piccoli, vittime di torture, ragazzi e ragazze appena maggiorenni, a cui dopo il riconoscimento dello stato di protezione umanitaria è stata revocata la possibilità di entrare nei centri SPRAR, il giorno stesso dell’entrata in vigore del Decreto. Cosa facciamo con queste persone? Le buttiamo per strada? -Per noi operatori del settore è una decisione impossibile da prendere».

Mentre si assistite a una riduzione dell’80% degli sbarchi in Italia, comunque non si stanno interrompendo gli arrivi nel nostro Paese, anche in inverno: oltre 2 mila da inizio ottobre ad oggi. Persone che, in un sistema di accoglienza che privilegia la gestione puramente emergenziale, andranno ad aggravare la situazione.’

«Il paradosso è che la nuova legge non aumenterà la sicurezza, né produrrà un risparmio per le casse dello Stato – osserva Bechini – Buttando in strada migliaia di persone si pongono le basi per un drammatico incremento del conflitto sociale, della marginalità, del risentimento, della povertà. Si darà nuova linfa al lavoro nero e alla criminalità organizzata, che avrà gioco facile nel reclutare i più disperati. Allo stesso tempo l’aumento del disagio avrà un enorme impatto sui bilanci comunali, stimato da Anci in ben 280 milioni euro annui. Ebbene di fronte a tutto questo chiediamo con forza di riconsiderare l’approccio definito nella riforma, che di fatto nega i diritti delle persone più deboli, tradendo lo spirito della nostra Costituzione, della Dichiarazione universale dei diritti umani, per la
quale si sono accese migliaia di fiaccole in tutta Italia solo qualche giorno fa».

E soprattutto, aggiungiamo noi, toglie a molte associazioni caritatevoli una buona fetta delle loro cospicue attività.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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