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Tav Torino-Lione: Juncker, è questione fra Italia e Francia, vediamo chi vince

Il Presidente della Commissione Jean Claude Juncker, dopo che erano uscite le anticipazioni nefaste sul giudizio della Commissione Ue nel Country Report riguardante l’Italia, ha preferito saggiamente non gettare altra benzina sul fuoco e, interrogato sul dossier Tav, ha preferito salvarsi i  corner senza esprimere un giudizio. «È una decisione che devono prendere le due repubbliche di Francia e Italia, vedremo alla fine chi la spunterà». Così ha risposto ai cronisti che gli chiedevano se lo stop della Tav Torino-Lione fosse una sconfitta anche per la lotta al cambiamento climatico.

in Italia intanto infuriano le polemiche fra favorevoli e contrari. da un lato i grillini che vorrebbero bloccare la grande opera, dall’altro le sinistre, Forza Italia, le categorie produttive, con in testa gli industriali, che sostengono il progresso del progetto.

Salvini, appena cavato fuori dal guaio Diciotti, per l’inchiesta avviata dalla magistratura, cerca di tenere una via mediana, che rischia di scontentare l’universo mondo. «L’obiettivo è rivedere il progetto, risparmiare dove si può risparmiare e andare avanti». Sull’accusa di voto di scambio mossa da Matteo Renzi, il leader della Lega ribatte: «Renzi e il Pd mi fanno tenerezza, non sanno più a cosa attaccarsi. Non commento, non perdo tempo a commentare le sciocchezze del Pd». Ma altri poareri di esponenti del governo sono più netti: «La Tav è un’opera che costerebbe a tutti gli italiani sette miliardi a perdere. Per noi è un’opera che va fermata del tutto»,  ha detto il sottosegretario agli Esteri, Manlio Di Stefano interpellato dai cronisti mentre lasciava palazzo Chigi prima che iniziasse il consiglio dei ministri. E il leghista Gian Marco Centinaio, ministro delle Politiche Agricole e Turismo, ha aggiunto: «Oggi chiederò ai colleghi in Consiglio dei Ministri di rendere noto a tutto il governo se effettivamente la Tav è stata congelata o no».

Netta la posizione del Presidente della regione Piemonte, Sergio Chiamparino, che già da sindaco di Torino era nettamente favorevole al Tav, venendo preso di mira dagli antagonisti e dai No Tav: «Alla luce delle dichiarazioni di ieri del rappresentante della Ue che chiedeva di fare in fretta nell’avvio dei bandi, questo vuol dire una sola cosa: se la maggioranza approverà questa mozione, sarà come mettere una pietra tombale sulla Torino-Lione.  La Lega svela il suo vero volto – aggiunge – non a caso dopo il salvataggio del ministro dell’Interno da parte dei cinquestelle».

La situazione dunque è in stallo, da un lato la Francia spinge per ultimare l’opera, che per la massima parte interessa il suo territorio, dall’altra i grillini e una parte del governo, contrastati da forze politiche ed economiche, remano contro l’ultimazione dell’opera. Il terzo incomodo, l’Ue, se a livello politico Juncker non ha voluto esprimersi, gli apparati che da lui dipendono hanno fatto sapere che sono a rischio i fondi comunitari già stanziati e quelli ancora da stanziare.

Una situazione d’incertezza che durerà probabilmente fin dopo le elezioni europee, che potranno dare un’indicazione politica a livello continentale e influenzare in maniera decisiva anche il verdetto sulla grande opera. Quindi temiamo che Juncker resterà deluso perché non riuscirà a vedere, prima della scadenza del suo mandato (novembre 2019) la conclusione della vicenda.

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Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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