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Sea Eye: nuovo appello, le scorte di cibo e di acqua stanno per finire. Occorre sbarcare i migranti

MALTA – Le scorte di cibo e acqua si esauriranno a breve e la situazione medica potrebbe deteriorarsi rapidamente una volta che la tempesta prevista arriverà. Esortiamo pertanto gli Stati membri europei ad agire in nome dell’umanità e nel rispetto dei diritti umani. Appello di Sea Eye a consentire lo sbarco dei 64 migranti che si trovano tuttora a bordo della nave Alan Kurdi.

«Gli accordi ad hoc non sono un approccio sostenibile e non possono essere stipulati sulla pelle di 64 persone che sono appena scampate alla morte e all’annegamento. Il salvataggio delle persone in difficoltà dovrebbe essere effettuato indipendentemente dalle agende politiche dei singoli Stati. Tuttavia -viene rilevato- sembra che la
soluzione alla nostra situazione possa essere solo politica.Siamo diventati dipendenti -prosegue Sea Eye- dai negoziati tra gli Stati membri dell’Unione europea e ciò rappresenta una inaccettabile distorsione e violazione del diritto applicabile alle operazioni SAR. Questa posizione, dove si rischia di essere arrestati se si segue la legge e si fa ciò che è giusto, mentre si è costretti a prolungare la sofferenza delle persone facendo ciò che gli Stati richiedono, ci fa soffrire. A causa del ritardo nello sbarco, le persone salvate devono sopportare condizioni insostenibili. Parte di
loro deve dormire all’aperto sul ponte della nave ed è esposta al vento, alle onde e al freddo. Si avvicina una tempesta che metterà in grave pericolo le persone a bordo. La maggior parte delle persone soccorse è in condizioni fisiche fragili dopo la fuga e le condizioni estreme nei campi di detenzione libici. Molti soffrono il mal di mare, il che li debilita ancora di più. Oltre alle condizioni fisiche – fanno notare da Sea Eye- preoccupa anche lo stato psicologico di molte persone. Abbiamo a bordo una donna che è stata venduta, ha dovuto lavorare in un bordello ed è stata
torturata quando si è rifiutata. Questa donna ha bisogno di un immediato sostegno psicologico e non dovrebbe essere sottoposta a ulteriore stress dovuto dal ritardo nello sbarco».

Chi pratica il soccorso in mare dovrebbe rispettare determinate regole ed essere attrezzato per far fronte alle evenienze lamentate da Sea Eye, che peraltro lamenta giustamente, come del resto da tempo fa l’Italia, la completa disorganizzazione dell’Unione europea.

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