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Roma: accoltellato dai ladri scoperti in casa rischia la morte e afferma, ben venga la legittima difesa

Carabinieri

ROMA – La tragedia è stata sfiorata per un soffio in via Santa Maria Licodia, nella zona di Tor Bella Monaca Vecchia, a Roma. Claudio Diaferia, riferisce Leggo, ha rischiato di essere ucciso dal ladro che stava cercando di rubare la caldaia dal balcone della sua abitazione, mentre l’uomo si trovava in casa con la moglie e i due figli. «Spero che i carabinieri lo arrestino quanto prima. È stata un’esperienza terribile. Il ladro avrà avuto sui trentacinque anni ed
era dell’est Europa, a giudicare dall’accento. Sono sceso in strada perché avevo sentito dei rumori sospetti. Ero preoccupato per la mia famiglia, che stava dentro casa. Era buio, me lo sono trovato faccia a faccia. Ha cercato di prendermi la testa e sbatterla sul marmo, poi ha cominciato a prendermi a calci e pugni».
Il malvivente, spiega l’uomo, «in mano brandiva verso di me qualcosa che sembrava un coltello sottilissimo o un cacciavite. Lì ho avuto davvero paura, anche per la mia famiglia. Era sera, non si vedeva bene. Quel malvivente ha provato a pugnalarmi, ma sono riuscito a schivare i fendenti. In quei momenti concitati ho temuto. Era sicuramente un tipo violento e senza scrupoli. Ad attenderlo poco lontano c’ era anche un complice a bordo di una Peugeot 206 nera parcheggiata vicino alla mia casa».
Diaferia riferisce che se avesse avuto un’ arma, l’avrebbe usata: «Avrei sparato. Ma lo dico usando il condizionale e molte virgolette. Non sono una persona alla quale risulterebbe facile premere un grilletto. Credo però che la nuova legge sulla legittima difesa tutto sommato sia giusta. Quello che mi ha sorpreso è che quel ladro non ha esitato a colpirmi con una furia e una violenza inaudite, appena si è visto scoperto. Ora confido molto nei carabinieri che si sono subito attivati per ricercare i responsabili».

Quest’episodio, insieme a quello che ha visto protagonista il ragazzo di Monterotondo che ha reagito ferendo il ladro, ed è stato subito indagato dalla procura, dovrebbe far riflettere i buonisti e i magistrati oppositori del governo a prescindere. In questa caso l’aggressore, anche se identificato e arrestato (difficile, per la magistratura non si arresta nessuno, soprattutto se migrante o straniero, il caso del senegalese di Torino che picchia i poliziotti è esemplare), la farà sicuramente franca, viste le nostre leggi e l’interpretazione della magistratura.

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