Europa, nomine ai top Job: l’Italia rischia di perdere i suoi tre, ma spunta Enrico Letta

BRUXELLES – I socialisti, ringalluzziti dall’onda lunga che potrebbe scatenare, per le prossime elezioni, il caso dell’Olanda col successo di Timmermans, propongono nomi per i posti chiave europei, e, oltre a quello di Timmermans e del premier greco Alexis Tsipras è riaffiorato anche quello di Enrico Letta. La cui nomina, che premierebbe la sua vocazione europea, costituirebbe un grosso scorno non solo per il governo gialloverde, ma per il rottamatore Matteo Renzi, che non ha perso occasione, neppure negli ultimi tempi, per attaccare il suo predecessore a Palazzo Chigi.

Per il Ppe invece tra i più quotati risultano la presidente della Banca mondiale Kristalina Georgieva, il capo negoziatore della Ue per la Brexit Michel Barnier ed il premier croato Anderj Plenkovic. Anche se Berlusconi, il cui peso a livello europeo è ormai relativo, ha ritirato fuori dal cilindro Antonio Tajani.

Intanto il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk è volato ieri da Giuseppe Conte per raccogliere i suoi
suggerimenti in vista del vertice dei leader di martedì, dove si entrerà nel vivo per le nomine ai top job. L’Italia, che fino ad ora ha potuto contare su tre punti di forza in Europa – il presidente della Bce Mario Draghi, il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani e l’Alto rappresentante dell’Ue Federica Mogherini – ora rischia di restare a mani vuote. Considerato anche il fallimentare percorso della Mogherini. Persino conquistare un dossier pesante alla Commissione europea, come quelli dell’Agricoltura o degli Affari interni, a cui ambisce la Lega di Matteo Salvini, o l’Industria, aspirazione di Luigi Di Maio, potrebbe dimostrarsi complicato, soprattutto se l’onda lunga dell’Olanda investirà, fra oggi e domani, il resto dell’Europa.