Reddito di cittadinanza: mancano i lavoratori stagionali, non vogliono perdere l’assegno
ROMA – In molti avevano previsto che l’attribuzione del reddito di cittadinanza avrebbe distolto i percettori dal cercare lavoro, e le prime conferme arrivano dagli impieghi che potremmo definire balneari. Nasce il caso dell’estate e riguarda i lavoratori stagionali. Il primo a lanciare l’allarme era stato il sindaco di Gabicce Mare, poi rilanciato anche dall’ex premier Matteo Renzi. L’estate 2019 sembra destinata a essere ricordata per il vuoto di lavoratori stagionali, spiagge, stabilimenti, ristoranti e negozi. Mancano infatti i bagnini, i camerieri e i cuochi nelle principali località balneari italiane, ed i gestori non hanno dubbi: «Colpa del reddito di cittadinanza». Domenico Pascuzzi, sindaco di Gabicce Mare, aveva infatti spiegato: «Siamo in emergenza vera. Molti giovani del sud, che l’anno scorso avevano fatto la stagione nei nostri alberghi, quest’anno non sono voluti tornare a perché stavano percependo il reddito di cittadinanza. E se accettassero di tornare perderebbero l’assegno da oltre 700 euro che a loro basta per vivere». L’allarme era stato rilanciato da Matteo Renzi su Twitter, e confermato da Ivana Veronese, segretaria della Uil, che ha spiegato: «Nella riviera romagnola, da un lato diminuisce l’offerta di lavoro, dall’altro, anche se in misura minore, c’è chi accetta il lavoro in nero pur di non perdere il reddito di cittadinanza».
fede
Per il settore dell’animazione turistica, la mancanza di personale non è dovuta al reddito di cittadinanza. Parlo per esperienza diretta del settore dell’animazione turistica, in quanto collaboro con Animandia.it in sito operativo da oltre 18 anni e che offre servizi per società del settore è posso affermare che già da qualche anno si avverte un calo di giovani disponibili a lavorare come animatori nei villaggi vacanze ( molto prima del reddito di cittadinanza). E’ cosa nota tra gli addetti ai lavori, la difficoltà nel reperire personale stagionale nel comparto animazione turistica, come anche l’alto tasso di abbandono da parte dei giovani aspiranti animatori, sono lontani anni luce i tempi di Fiorello dove nei villaggi ci si divertiva lavorando, dove si facevano le ore piccole per le prove degli spettacoli, dove si lavorava divertendosi e facendo divertire. Molti giovani d’oggi sono riluttanti nel voler fare un’esperienza perché a detta loro, si lavora sodo, compreso il sabato e la domenica e gli stipendi soprattutto per coloro che sono alal prima esperienza sono bassi… E’vero che si lavora tanto, magari gli stipendi non sono alti (anche se si risparmia su vitto,alloggio e spesso ci sono dei bonus) ma un tempo lo si faceva principalmente per passione, per la voglia di mettersi in gioco, per sentirsi in qualche modo dei protagonisti, insomma ci si divertiva lavorando, oggi per molti giovani non è più così, quelli che ci provano alla prima difficoltà si tirano indietro, altri invece, ci ripensano ancor prima di partire per la loro destinazione…insomma posso dire che il reddito di cittadinanza almeno per quanto riguarda l’animazione nelle strutture turistiche non è certamente la causa della mancanza di personale