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Arezzo: licenziata con l’accusa di non aver pagato la spesa. I colleghi: «Sia riassunta»

AREZZO – E’ accusata di aver preso merce del valore di 43 euro e di non averla pagata. Pare per una banale distrazione. Ora 60 colleghi hanno firmato una lettera di solidarietà a sostegno della collega licenziata per quella che definiscono, appunto, una semplice distrazione. Sono lavoratori della Unicoop Firenze di Montevarchi (Arezzo) che protestano per un atto ritenuto ingiusto verso la collega, che è anche delegata dell’Unione Sindacale di Base. Unicoop, riferisce la cronaca locale della Nazione, le ha contestato nell’aprile scorso di aver sottratto merce per una somma pari a 43 euro, ovvero il costo di tre uova di cioccolato, una confezione di hamburger e una di insalata preconfezionata. Libera dal lavoro, era andata a fare la spesa e, alla fine, aveva utilizzato le
casse veloci. Come si legge nella missiva indirizzata ai responsabili dei vari settori direttivi della coop, la sindacalista ha passato la
carta socio sotto il lettore cosa che identifica il possessore con nome, cognome, indirizzo e telefono, poi i prodotti, premendo quindi
il tasto termina e paga, e per gli acquisti le hanno consegnato due bollini.

Tutto a posto? No, perchè a quanto pare tra una chiacchiera e l’altra con due colleghe in quel momento addette alla vigilanza non si sarebbe accorta che la cassa non aveva registrato il saldo ed emesso lo scontrino, chiave per far aprire il cancelletto di uscita. Si è messa a cercarlo ma “le è stato aperto il cancello delle casse fast senza effettuare i dovuti controlli sul palmare, come recita il testo della missiva nel quale si riconosce la buona fede di tutti gli attori dell’episodio e in primis della dipendente definita nella lettera dei colleghi onesta e irreprensibile come lavoratrice e cliente. Non appena le commesse si sono accorte dell’accaduto, l’hanno fatta
richiamare all’altoparlante e lei ha immediatamente provveduto a saldare. Insomma, sembrava una svista innocua anche per la cooperativa perchè, aggiungono i colleghi, in presenza di un tentato furto l’iter da seguire prevede che si chiami la guardia e il responsabile del presidio di turno. Qui non è avvenuto e dimostrerebbe che non c’era alcuna presunzione di dolo. Una tesi non accolta da Unicoop che ha fatto scattare il licenziamento per giusta causa il 20 maggio per una condotta «intenzionale e tanto grave in quanto idonea a ledere definitivamente il vincolo fiduciario alla base del rapporto». Interpellata, Unicoop Firenze non commenta la vicenda, riservando eventuali dichiarazioni dopo il pronunciamento del giudice del lavoro.

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