Pd-M5S: non c’è accordo. I Dem: no a Di Maio vicepremier e al voto su Rousseau
ROMA – Niente da fare: l’accordo Pd-M5S non c’è. A pochissime ore dalla salita al Colle, da un Mattarella che rischia di essere preda di una crisi di nervi, la trattativa per la formazione del nuovo governo è a un passo dalla rottura. «Rischia di saltare tutto – dicono i dem – perché Di Maio rivendica la vicepresidenza del Consiglio». E c’è un altro ostacolo, che il Pd giudica alla stregua di no sgarbo istituzionale: ossia il voto sulla piattaforma Rousseau dopo che Mattarella avrà affidato l’incarico.
E’ stato infatti Di Maio ad annunciare che la nuova proposta di governo M5S-Pd sarà votata su Rousseau: «Gli iscritti hanno e avranno sempre l’ultima parola». E anche questo non piace al Pd. «E’ solo un modo per prendere tempo, un altro elemento che complica la trattativa in corso. Si tratta tra l’altro – osservano fonti PD – di uno sgarbo istituzionale al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che al termine delle consultazioni deciderà se affidare l’incarico di governo». Dal fronte pentastellato, il capogruppo al Senato, Stefano Patuanelli, ribadisce che Di Maio deve avere un ruolo nell’esecutivo, altrimenti non si potrà fare nulla.
Conclusione? Alla luce dell’ ennesimo irrigidimento, è probabile che salti l’incontro sui temi programmatici che era in calendario alle 8.30 di mercoledì 28 agosto tra la delegazione dei capigruppo pentastellati e Dem. O meglio: il Pd conferma che ci sarà, i 5Stelle non dicono nulla. C’è da chiedersi, se così stanno le cose, che cosa farà Mattarella. Fra le ipotesi che circolano c’è tuttavia quella che il Capo dello Stato decida ugualmente di affidare a Giuseppe Conte l’incarico di formare il nuovo governo. Ipotesi fortemente osteggiata non solo da Matteo Salvini, ma anche da tutto il centrodestra e, allo stato attuale, dalla stragrande maggioranza degli elettori italiani.