Brasiliana uccisa ad Arezzo: convalidato il fermo del Casentinese. Che afferma: «Mi ricattava»

AREZZO – – Il gip del Tribunale di Arezzo, Fabio Lombardo, ha convalidato il fermo di Federico Ferrini, il 37enne, imprenditore agricolo di Pratovecchio, autore dell’omicidio della brasiliana Maria Aparecida Venancio de Sousa, 60 anni. L’uomo ha reso piena confessione davanti al giudice: «Sono stato io». L’avvocato difensore Gionata Giannini ha chiesto gli arresti domiciliari per il suo cliente, ma il gip ha disposto la custodia cautelare in carcere.

Ferrini è accusato di omicidio volontario senza l’aggravante della premeditazione nei confronti della prostituta di cui era cliente dal 2016 e da cui, secondo le sue dichiarazioni, sarebbe stato ricattato. Al termine l’udienza in Tribunale, Ferrini è stato riportato nel carcere aretino di San Benedetto, dove si trova da venerdì sera quando è stato fermato con l’accusa di omicidio dopo essere stato convocato in questura nella mattinata come testimone. La 60enne brasiliana era stata trovata morta nel suo appartamento di via Della Robbia ad Arezzo e, secondo l’autopsia, era deceduta tra mezzanotte e le 3 del 26 agosto scorso.

Gli investigatori della questura sono risaliti a Ferrini esaminando i nominativi ottenuti dai tabulati dei quattro cellulari usati dalla vittima: lui era stato l’ultimo cliente della prostituta. Maria Venancio de Sousa è stata uccisa con tre colpi alla testa e un laccio stretto intorno al collo che la assicurava alla sponda del letto dove la sessantenne è stata trovata cadavere alle ore 18.30 di lunedì 26 agosto. Il Ferrini ha sostenuto che la donna lo ricattava da tempo, da quando lui avrebbe manifestato di voler chiudere un rapporto che, nato come semplice incontro fra cliente e prostituta, si sarebbe trasformato in qualcosa di più.