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Macron: un solo discorso alla Nazione, completo e da vero Capo di Stato

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PARIGI – Il discorso di Macron alla Nazione, il primo che il Presidente rivolge alla Francia in occasione della crisi da coronavirus, ha elogiato lo spirito di unitarietà dei francesi, essenziale in questo frangente, il loro sentirsi Nazione e non divisi in campanili (come in Italia), l’efficienza dell’organizzazione statale in tutti i campi, e ha assicurato la sua ferma volontà e la decisione di procedere nel tutelare l’interesse dei francesi senza badare alle interferenze europee, specialmente se negative. Macron non si cala le brache, non chiede permessi all’Europa, come Giuseppi.

Anche in Francia il Presidente annuncia un giro di vite contro l’epidemia da coronavirus. «Siamo soltanto all’inizio di questa epidemia. Ovunque in Europa si accelera e s’intensifica. La priorità assoluta sarà la nostra salute. Tutti gli specialisti ci hanno detto che, malgrado i nostro sforzi per frenarlo, il virus continua a diffondersi. Il ringraziamento e l’appoggio mio e del governo alle strutture sanitarie francesi, molto efficienti, che stanno affrontando una situazione molto difficile e complicata colla massima abnegazione e professionalità».

Il primo pensiero di Macron è volto alla protezione dei suoi compatrioti più vulnerabili. Che differenza con il pensiero di qualche esponente piddino in Italia, secondo il quale le persone più deboli saranno lasciate al proprio destino. Macron ha esortato tutte le persone di più di 70 anni, chi soffre di malattie croniche, di problemi respiratori, i portatori di handicap, a rimanere il più possibile in casa.

Secondo pensiero, la difesa delle imprese e dei lavoratori dalle conseguenze economiche dell’epidemia di coronavirus. «Faremo di tutto per proteggerli, ha dichiarato, annunciando l’avvio di un meccanismo per il sostegno ai disoccupati. Le imprese potranno inoltre rinviare il pagamento di tasse e contributi a marzo. Infine verrà presto messo in opera un piano di rilancio economico nazionale ed europeo. Noi europei non lasceremo che si diffonda una crisi economica e finanziaria, ha promesso, e la Francia lo farà comunque».

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Saranno chiuse le scuole e le Università a partire da lunedi 17, fino a nuovo ordine. «I bambini e i piu’ giovani – ha spiegato – sono coloro che diffondono piu’ velocemente il virus anche se sono asintomatici. Dovremo continuare a guadagnare tempo e proteggere i piu’vulnerabili. Per questo motivo da stasera chiedo a tutte le persone con piu’ di 70 anni di restare a casa il piu’ possibile limitando il piu’ possibile i contatti».

Nessuno stop alle elezioni del 15 marzo: «le elezioni nelle municipalita’ si terranno regolarmente, ma bisognera’ rispettare le barriere sanitarie. Le cose saranno organizzare perfettamente perche’ non si facciano file. E’importante in questo momento seguire la continuita’ democratica della nostra nazione».

Ma il presidente francese Emmanuel Macron si farà sentire anche a livello internazionale. Chiederà che anche il G7 affronti l’emergenza coronavirus. «Domani parlerò con il presidente americano Donald Trump per discutere misure del G7, dato che ne ha la presidenza»

Macron ha inoltre chiesto al governo di preparare « un piano economico di rilancio nazionale ed europeo», perché, a suo avviso, le misure adottate dalla Banca centrale europea non saranno «sufficienti» di fronte alla crisi attuale. A tal proposito ha avvertito che ci si deve preparare a una possibile seconda ondata di contagi. Il Capo dello Stato si augura che la ricerca francese e europea arrivi a scoprire trattamenti idonei nelle prossime settimane e un vaccino nei prossimi mesi.

Ha infine rinnovato l’invito ai francesi a fare blocco unico e dar prova di grande disciplina individuale e collettiva, rispettando le indicazioni del governo, che ha riassunto brevemente. Sono più o meno le stesse adottate in tutti i Paesi compresa l’Italia, magari con meno enfasi e tragicizzando meno gli annunci rispetto a quanto è avvenuto col governo giallorosso, con i suoi gravi errori di comunicazione.

La Francia è ormai il secondo focolaio europeo dopo l’Italia, con oltre 2200 casi confermati. Ha elogiato il sistema sanitario francese, che, a suo avviso,(ecco la grandeur che torna in primo piano) conta i migliori esperti del mondo. Non ha riversato la colpa del contagio su alcuni ospedali sol perché avevano sede in regione di diverso colore politico, come ha fatto all’inizio il nostro premier.

Macron ha infine ribadito che saranno utilizzati tutti i mezzi necessari per tutelare la salute dei francesi, costi quel che costi, sottinteso senza permessi di altre istituzioni. E ha concluso, con il sottofondo delle note della Marsigliese: «Vive la France, Vive la République». Era la frase che concludeva, ricordo bene, i discorsi di Saragat e di Pertini.


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Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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