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Coronavirus e prefetture: molti compiti d’emergenza e personale ridotto all’osso

L’emergenza, sia sociale che economica, che purtroppo sta sconquassando il nostro Paese, ha evidenziato un’iniziale disorganizzazione degli apparati politico-amministrativi e dei rappresentanti politici. Non si è capita subito la gravità della situazione e chi gridava all’allarme per il virus cinese è stato tacciato di razzismo (fascioleghismo, il termine esatto usato dal nostro governatore Rossi). A sinistra si sprecavano gli appelli all’amicizia coi cinesi (abbraccia un cinese, diceva Nardella), a partecipare ai riti degli aperitivi (Zingaretti è stato pure contagiato) a far ripartire la città di Milano (sindaco Sala). Troppo tardi ci si è accorti dell’errore e del grave rischio, alcune regioni hanno messo in campo misure non sufficienti, e alla fine è partito anche il Governo centrale.

Nonostante la sua poca conoscenza della macchina statale, il premier Conte è stato indirizzato verso l’affidamento sempre maggiore di compiti di coordinamento e di controllo ai prefetti in sede provinciale. Mentre la giustizia veniva sospesa e gli operatori (magistrati in testa) restavano per precauzione a casa loro, i prefetti e gli apparati di sicurezza sono stati lanciati allo sbaraglio in prima linea, tanto che almeno 4 (Bergamo, Brescia, Lodi e Matera) sono stati contagiati

Con la rapida successione di Dpcm, ordinanze e decreti emanati da Palazzo Chigi e ministeri la lista dei compiti oggi in capo alle prefetture con l’emergenza Covid-19 fa impressione. Il lavoro si svolge con metodi telematici e videoconferenze, molti dipendenti sono all’opera con lo smart working.

I prefetti debbono gestire le pratiche delle imprese che possono continuare l’attività. A loro, dunque, fa appello l’economia nelle province: «È lo strumento giusto» ha sottolineato il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia. «Il rigore sul rispetto delle nuove norme sulla sicurezza del lavoro lo garantiranno proprio loro. Ma anche l’attenzione a tutelare ogni forma di impresa legittima è ormai una missione istituzionale prioritaria senza eccezioni»

Per non parlare dei controlli sulle uscite dei cittadini, dell’esame dei complicati modelli, giunti alla quarta edizione, sfornati dagli uffici ministeriali, per i quali è essenziale il contatto quotidiano con i vertici locali della Polizia di Stato, i Carabinieri, la Guardia di finanza e la polizia locale, per assicurare rigore, ma anche comprensione.

Negli ultimi giorni sta emergendo, soprattutto al sud, la necessità d’intervenire per evitare l’aggravarsi dell’emergenza sociale, con il rischio di disordini. A Palermo già si sono verificati alcuni episodi preoccupanti. E’ essenziale quindi garantire l’ordine pubblico, la pubblica sicurezza, esercitare attività di mediazione sociale in contatto con le imprese che hanno lavoratori a rischio.

Le prefetture intervengono per coordinare gli interventi dei vigili del fuoco, che hanno cominciato già a sanificare le strade, i luoghi aperti al pubblico e gli uffici pubblici. Una recente circolare del capo del Corpo, ingegner Fabio Dattilo, ha messo a disposizione dei prefetti, i 35mila pompieri pronti a intervenire per ogni necessità di emergenza e soccorso. Le autopompe usate di solito per spegnere gli incendi sono state riconvertite per le operazioni di sanificazione.

Gli uffici periferici del ministero dell’Interno debbono sopperire anche alle gravi carenze di personale, soprattutto nelle province del Nord. Marco Ludovico, in un articolo sul Sole 24 Ore, sottolinea proprio quest’aspetto, ricordando come la carenza di posti in organico del personale prefettizio raggiunga addirittura il 49% in Lombardia, il 44% in Emilia Romagna, il 45% in Toscana e il 43% nel Lazio.

In questo quadro istituzionale prefetture, prefetti, funzionari e dipendenti tutti delle prefetture continuano ad avere un ruolo centrale nell’azione delle organismi pubblici e privati sul territorio, ed è anche grazie alla loro competenza, professionalità e sacrificio, che potremmo uscire da questa situazione. Le prefetture in tal modo potranno fornire sostegno a quanti svolgono servizi essenziali, in primis la sanità – con tanti medici e infermieri che hanno sacrificato anche la vita per salvare i malati – gli addetti alla sicurezza, ai servizi pibblici essenziali, ai trasporti, al commercio e tanti altri che continuano a operare per il bene comune. Per ringraziare tutti costoro in tante finestre e in tanti balconi i cittadini espongono drappi con l’arcobaleno e la scritta «Andrà tutto bene».


Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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