Cassa integrazione in deroga: presentate 32.633 domande, si attende il pagamento
FIRENZE – Sono 32.633 le richieste di autorizzazione alla Cassa integrazione in deroga presentate dal 31 marzo ad oggi da aziende con unità produttive in Toscana, 5.205 in più rispetto a quelle pervenute alla direzione Lavoro della Regione entro venerdì 17 aprile, che erano state 27.428. I lavoratori coinvolti sono complessivamente 81.483, di cui 49.025 donne e 32.458 uomini. Di questi 2.405 sono residenti fuori regione. Le ore di Cassa integrazione richieste sono complessivamente oltre 18 mila.
Questi in sintesi i dati che emergono dal Report sulla Cassa integrazione in deroga presentato oggi dalla direzione Lavoro della Regione. Il numero medio giornaliero di domande è di 1.360 (contro le 1.714 registrate la settimana scorsa). Si osserva quindi un ulteriore calo del numero delle richieste settimanali, dopo il boom della prima settimana che aveva visto arrivare quasi 20 mila domande. Il dato, come comprensibile, si sta stabilizzando, mentre l’attenzione si sposta ora sulla effettiva concretizzazione della misura.
I lavoratori coinvolti nelle domande di Cigd sono per il 60,6% donne: la componente femminile, dunque. appare maggiormente colpita in termini di posizioni lavorative. I territori da cui provengono la maggior parte delle domande sono quello fiorentino, seguito da Pisa e Lucca. Anche per il numero di lavoratori, Firenze è in assoluto il territorio più interessato: si concentra qui il 27% del totale regionale.
Il numero medio dei giorni richiesti per lavoratore è stato di circa 28 giornate full-time. Quanto ai settori di provenienza delle domande, per il 30% sono del settore del commercio all’ingrosso e al dettaglio, per circa il 27% dalle attività dei servizi di alloggio e ristorazione, l’11% per le attività professionali. I lavoratori interessati alla richiesta di Cassa Integrazione in deroga sono per il 53% operai, per il 38,4% impiegati, per l’8,3% apprendisti e per lo 0,28% quadri.
Un bello sforzo statistico della regione, ma i lavoratori, più che i numeri, attendono di avere i soldi in tasca, e quelli tardano ad arrivare.