Rimborso biglietti: Commissione Ue procede contro Italia per non aver garantito scelta con voucher

BRUXELLES – La Commissione europea è pronta a procedere contro l’Italia per non avere garantito la scelta tra voucher e rimborso per i viaggi cancellati a causa del Covid-19. Il passo dovrebbe arrivare giovedì prossimo. Roma sta però cercando di evitare l’infrazione, forte dell’alleanza con una dozzina di Paesi nel mirino di Bruxelles. Con una lettera datata 25 giugno, i ministri Dario Franceschini e Paola De Micheli hanno cercato una mediazione con l’esecutivo comunitario all’interno di quello che a Roma viene definito un negoziato costante con i commissari Vestager e Reynders.

I due ministri hanno offerto alla Ue di reintrodurre la scelta tra buono e restituzione dei soldi per i viaggi che saranno cancellati a partire dal prossimo 31 luglio. Da ambienti comunitari emerge però che l’apertura italiana sarebbe insufficiente per evitare la procedura. Bruxelles appare inflessibile nel difendere i diritti dei consumatori in tutte le fasi della pandemia. Quanto meno nel filone che comprende i mancati rimborsi per aerei, treni e traghetti. Per avere la certezza di scamparla, il governo dovrebbe impegnarsi a modificare la norma con effetto retroattivo e dare alle persone la possibilità di scegliere se scambiare con il rimborso i voucher ricevuti nei mesi scorsi. Il 12 marzo con il decreto Cura Italia, il primo lanciato per contrastare l’impatto del coronavirus, il governo ha stabilito che i viaggi cancellati a causa della pandemia non sarebbero stati rimborsati, ma riprotetti con i voucher.

Il 14 maggio la Commissione ha scritto a 13 capitali, tra cui Roma, ricordando che «passeggeri e i viaggiatori devono avere la scelta di optare tra voucher e rimborso». Diversi governi hanno preferito i soli voucher per difendere un settore, il turismo, messo in ginocchio dal Covid. Per Bruxelles invece la libertà di scelta va mantenuta, a costo usare risorse pubbliche per aiutare l’industria del turismo.

Il 29 maggio Franceschini e De Michell hanno risposto ai rilievi Ue garantendo che con la conversione del decreto Rilancio (ora all’esame della Camera) avrebbero modificato la norma, ma senza specificare come. Una risposta non sufficiente per convincere la Commissione, che ora si prepara a lanciare l’infrazione a carico dell’Italia. Nel mirino l’impossibilità di scelta tra rimborso e voucher per le cancellazioni di aerei, treni e traghetti, nonché per i pacchetti turistici e hotel. Nelle scorse ore, spiegano fonti di governo, Franceschini e De Micheli sono tornati a scrivere alla Commissione europea per cercare di evitare il peggio.

Nella missiva avrebbero preso l’impegno a ripristinare la possibilità di scelta per i viaggi che verranno cancellati causa Covid dal 31 luglio. Ma per Bruxelles la tardiva apertura – salvo sorprese – non dovrebbe bastare a evitare il peggio: vanno rimborsati anche i viaggi cancellati dal 2 marzo al 31 luglio. Roma tuttavia spera di poter evitare la procedura quanto meno sui pacchetti di viaggio e alberghi grazie al pressing che sta conducendo insieme agli altri 10 paesi nel mirino. Più difficile evitare quella sui trasporti, che vede l’Italia sotto i riflettori insieme alla sola Grecia.

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