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Firenze, Careggi: ponte intitolato a Tina Lorenzoni, partigiana uccisa dai tedeschi

Tina Lorenzoni

FIRENZE – Fu partigiana, crocerossina e medaglia d’oro al valor militare, Tina Lorenzoni. Oggi, 1 luglio, Firenze  ha reso omaggio ad una delle donne che si sono battute per liberare l’Italia dal fascismo, per proteggere ebrei e perseguitati politici. Questa mattina il ponte che collega via delle Oblate a via delle Gore, a Careggi, è stato intitolato a lei, Tina Lorenzoni. Alla cerimonia erano presenti la vicesindaca e assessora alla toponomastica Cristina Giachi, la consigliera comunale Maria Grazia Monti, i rappresentanti della Croce Rossa e dell’Anpi.

«Una figura di donna straordinaria – ha ricordato la vicesindaca Giachi – Tina Lorenzoni salvò molte vite e morì tragicamente facendo la partigiana con la Quinta Brigata. L’intitolazione di oggi è un modo per onorare la memoria e le donne partigiane che non furono mai riconosciute per il valore dimostrato in quei frangenti difficili. Oggi onoriamo anche chi, in seno alla Croce Rossa, che è il più grande movimento umanitario del mondo, ancora oggi serve la collettività con dedizione e passione straordinarie».

Figlia del professor Giovanni Lorenzoni, docente a Firenze e segretario generale dell’Istituto internazionale d’agricoltura, Maria Assunta durante la seconda guerra mondiale, aveva prestato servizio come crocerossina. All’armistizio, la giovane prese subito contatti con gli antifascisti fiorentini. Entrata a far parte di un gruppo che si era fuso con la V Brigata Giustizia e Libertà, a Tina – questo il nome con il quale era conosciuta – fu affidato l’incarico dei collegamenti con il comando della Divisione GL. Per mesi svolse pericolose missioni, portandosi a più riprese a Milano e in altre località del Nord, organizzando l’espatrio di cittadini d’origine ebraica e di perseguitati politici. Durante la battaglia per la liberazione di Firenze, la Lorenzoni per ben tre volte riuscì ad attraversare le linee di combattimento per portare ordini al Comando d’Oltrarno. Catturata da una pattuglia tedesca tra via Bolognese e via Montughi, Tina fu portata a villa Cisterna e rinchiusa in una stanzetta per esservi interrogata. Rimasta sola la ragazza tentò la fuga, ma mentre stava scavalcando il reticolato che recingeva la costruzione fu abbattuta da una raffica di mitra. Nella stessa mattinata suo padre, che saputo della cattura di Tina aveva raggiunto un avamposto degli Alleati per organizzarvi uno scambio di prigionieri, cadde colpito da una granata tedesca.

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Gilda Giusti

Redazione Firenze Post

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