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Ricostituzione del Corpo Forestale dello Stato, ci sono tre proposte di legge

guardia forestale

Uno dei provvedimenti più criticati e inutili, anzi dannosi, del governo Renzi è stato l’accorpamento del Corpo della Guardia forestale nell’Arma dei carabinieri. Subito dall’Arma e osteggiato dai forestali. Il Fatto Quotidiano, con un articolo nell’edizione odierna, anticipa che ci sarebbero iniziative in Parlamento per ricostituire il disciolto Corpo forestale. Con il decreto legislativo 177 del 2016 il corpo delle Guardie Forestali è stato infatti soppresso e passato all’Arma dei Carabinieri, che ne ha preso la gran parte delle funzioni, degli effettivi e delle strutture materiali.

Ricorsi di molti forestali che non volevano soggiacere alla volontà del rottamatore sono stati respinti, ma adesso sembra che i giochi potrebbero riaprirsi. Ci sono iniziative parlamentari, una serie di proposte di legge (presentate alla Camera dal deputato del M5s Maurizio Cattoi, Silvia Benedetti del Gruppo Misto e da Luca De Carlo di Fratelli d’Italia) sembrano poter ristabilire le cose per le circa 7500 ex Guardie dei nostri parchi

Il Parlamento è al lavoro, se ne stanno occupando congiuntamente le commissioni Difesa e Affari costituzionali della Camera. Il relatore è il deputato Roger De Menech del Partito democratico. Le proposte hanno lo stesso obiettivo ma sono diverse tra loro.

La proposta Cattoi vuole riorganizzare le competenze del Corpo presso il Dipartimento della Pubblica sicurezza del ministero dell’Interno, istituendo la Polfor, Polizia forestale, ambientale e agroalimentare, le altre due (mi sembra più correttamente) vogliono tornare al vecchio status reinserendo il Corpo presso il Ministero delle politiche agricole e forestali.

Il Corpo aveva sue peculiarità, spiega Silvia Benedetti, una delle proponenti. «Era molto veloce – aggiunge – ed ora la militarizzazione lo ha ingessato, rendendo più difficili i compiti di polizia ambientale. Ora se non hanno un ordine, per intenderci, non partono, mentre abbiamo sempre più bisogno di una struttura in grado di intervenire rapidamente». Sulla stessa lunghezza d’onda l’altro proponente, Luca De Carlo, che precisa: «Nelle nostre intenzioni non c’è nulla di polemico nei confronti dell’Arma a cui non si può chiedere un compito che non può svolgere, cioè quello della prevenzione. Di fatto, il passaggio ordinamentale, o meglio la soppressione vera e propria del Corpo forestale, ha creato un vuoto come ben sanno gli amministratori ai quali manca come l’aria un organismo di prevenzione dei danni ambientali».

Per Maurizio Cattoi, ex carabiniere ed ex Forestale «è stato un errore mettere insieme un corpo che raccoglie informazionì sulle persone ed un altro che lo fa sul controllo tecnico del territorio: due cose che non c’entrano nulla tra loro».

Le tre proposte chiedono la ricomposizione funzionale e dei reparti dispersi, si tratta di recuperare 6400 ex forestali passati all’Arma, 350 ai Vigili del Fuoco, 125 alla Polizia di Stato, 45 alla Guardia di Finanza, 50 al ministero dell’Agricoltura e circa 600 collocati in mobilità e destinati alle amministrazioni che avevano bisogno di risorse.

Si ricomporrebbe così – giustamente – un Corpo glorioso, smembrato per le smanie di riforme e di unificazione nel comparto sicurezza di un premier e di un governo, che ha approvato una riforma di facciata, senza risultati pratici, anzi con spreco enorme di risorse. E crediamo che anche l’Arma non sia contraria al ripristino della situazione.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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