Charlie Hebdo: giusto ripubblicare vignette, nuovo attentato ne è la prova. Lo dice storica firma del giornale
PARIGI – È la prova che non bisogna abbassare la guardia sul rischio terrorismo in Francia malgrado l’epidemia Covid. Ad affermarlo, in un’intervista a ‘La Repubblica’, è Patrick Pelloux, storica firma di Charlie Hebdo e amico fraterno di Charb, il direttore del giornale ucciso dai terroristi nel gennaio 2015. Medico al Samu, la cabina di regia per ambulanze e soccorso medico nella capitale, Pelloux era stato tra i primi a entrare nella redazione di rue Nicolas-Appert, trovandosi davanti all’orrore. «Non sono sorpreso dal nuovo attacco – sottolinea Pelloux-. Da quando è cominciato il processo sugli attentati, a inizio settembre, c’è stato un nuovo proclama di Al Qaeda e il solito diluvio di odio sui social. Anche se sappiamo poco delle motivazioni dell’assalitore personalmente ho pochi dubbi».
Per Pelloux è stato giusto ripubblicare le vignette su Maometto: «si chiama libertà di espressione. I fondamentalisti islamici non devono cancellare i nostri principi».
INDAGINI – Sono sette le persone arrestate dalla polizia per l’attacco di ieri a Parigi, di fronte all’edificio che ospitava un tempo la redazione del giornale satirico Charlie Hebdo, edora è sede degli uffici di una società di produzione televisiva, in cui due persone sono state ferite due persone a colpi di mannaia. Oltre al principale sospetto, un ragazzo di 18 anni di origine pachistana, sono state arrestate altre sei persone che gli inquirenti francesi stanno interrogando.