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Moda, Cucinelli star a Pitti: «Il virus ci ha reso migliori, ogni mattina faccio il tampone»

L’eleganza Cucinelli

FIRENZE – L’edizione di Pitti Uomo numero 100, fra un anno, sarà doppia: in presenza e digitale. Così almeno si augurano gli organizzatori, a cominciare da Raffaello Napoleone. Ma intanto puntiamo il faro di luce sull’oggi, 12 gennaio, sulla sfilata-evento di Brunello Cucinelli, vera star di questa edizione, presentata  in via eccezionale non a Firenze, da Palazzo Vecchio, ma nel Borgo di Solomeo, sede della maison Cucinelli, dai vertici di Pitti Immagine,  Napoleone e il direttore generale Agostino Poletto. Mancava il presidente Claudio Marenzi che domani presenterà da Milano la nuova collezione del suo marchio Herno. Cucinelli ha rivelato: «Ogni mattina faccio il tampone, ma credo che stiamo andando verso un tempo migliore. Dobbiamo guardare al futuro come persone migliori. Non dobbiamo pensare solo al profitto. Non dobiamo girare le spalle alla povertà. Ma dobbiamo ritrovarci. Abbiamo la necessità di rinnovare un nuovo stato sociale con il creato, con gli animali, con il cielo, con l’acqua».

Ancora Cucinelli: «L’esperienza del Covid non va vissuta come una crisi ma come un’opportunità: Firenze in questi mesi ha deciso d’investire le sue energie sull’innovazione tecnologica, sulla transizione digitale per cui è stata consacrata come la prima smart city d’Italia. Abbiamo raccolto dall’emergenza l’opportunità sull’innovazione. E’lo stesso percorso che si pone di fronte a Pitti, quello di conquistare il mondo del virtuale, che va di pari passo con l’esperienza fisica, che non tramonterà mai perché abbiamo bisogno di toccare. Da Firenze il nostro sostegno a questa edizione della ripartenza, della rinascita, della rivoluzione digitale. Abbiamo passato un periodo difficile per il nostro corpo e per la nostra anima, ma dobbiamo accettare quello che non possiamo cambiare. Voglio trasferire a voi cosa abbiamo imparato. Primo non dobbiamo essere arroganti dopo tutto questo dolore, ma dobbiamo essere più propensi alla gentilezza, all’educazione al garbo. Altro tema, abbiamo accolto alcuni monaci a Solomeo un anno e mezzo fa, che ci hanno insegnato a non voltare le spalle alla povertà, dicendo che a tavola mangiavano il giusto perché ce ne sia per tutta l’umanità».

C’è poi il tema della provenienza, del non creare danni agli animali, all’umanita, al creato e abbiamo accettato l’idea di riparare, di riutilizzare, di restaurare, che ci darà anche da lavorare. Ora dobbiamo concentrarci sulla nostra Italia, nata non con la politica o con le guerre, ma con la cultura, l’architettura, la bellezza. «Noi siamo lo 0,7% della popolazione mondiale ma la settima potenza industriale nel mondo, la seconda per manifattura in Europa, dopo la Germania. Siamo indebitati, ma le nostre famiglie hanno diecimila miliardi di risparmi. Siamo forse il miglior stato di welfare del mondo. Allora possiamo ripartire, con umiltà e coraggio. Il sindaco Nardella – ha ricordato Cucinelli – ha parlato in video da un luogo speciale, il suo studio a Palazzo Vecchio, una costruzione importante rinascimentale. Nel 1500 voi sapete il pil mondiale era 55% di India e Cina, ma noi eravamo i mediatori, con la Monte dei Paschi di Siena, che aveva creato la banca e le cambiali. In quel periodo abbiamo scoperto l’America e gli abbiamo dato il nome. Nel 1950 il pil era solo il 10%. Adesso siamo tornati al 45%. La gente ci ama per essere italiani. Spero che anche noi come i cinesi, che ora lavorano senza mascherine, sconfiggeremo il virus con i vaccini».

A questo proposito Cucinelli confessa: «Il giorno più bello per me è stato quando è stata data la notizia che arrivavano i vaccini. Ora la pandemia è stata circoscritta. Abbiamo superato il momento peggiore e avremo ancora mesi difficili davanti, ma rispettiamo le regole ancora per qualche mese, stiamo attenti al recupero, allo spreco. Poi avremo bisogno di abiti nuovi per tutti gli aventi che ci aspettano da giugno. Voglio abbracciarvi e baciarvi tutti come ho sempre fatto e andrò tutte le sere a cena al ristorante. Non so se faremo Pitti a febbraio, dipende dal nuovo dpcm, ma sicuramente ci ritroveremo a giugno a festeggiare a Firenze». E a proposito dell’edizione estiva che sarà la numero 100, l’ad di Pitti, Raffaello Napoleone ha ricordato che sarà fisica e digitale, con tanti eventi all’aperto. Mai più senza il digitale!

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Gilda Giusti

Redazione Firenze Post

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