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Firenze: morto Paolo Bartolozzi, già eurodeputato e consigliere regionale. Il ricordo di Mugnai

Paolo Bartolozzi, già eurodeputato e consigliere regionale della Toscana, scomparso a 63 anni

FIRENZE – Se n’è andato a 63 anni, dopo una malattia, o addirittura un calvario durato sei mesi, Paolo Bartolozzi, già eurodeputato e consigliere regionale della Toscana. E’ stato a lungo un protagonista della scena politica, in Toscana e a Bruxelles. Laureato in giurisprudenza, cominciò l’attività politica nella Democrazia Cristiana, divenendone segretario organizzativo per la provincia di Firenze. Originario di Rufina, dal 1985 al 1987 è sindaco di Londa, successivamente diventa consigliere regionale della Toscana (maggio 1987) subentrando a Giuseppe Matulli, e presidente della Commissione per i rapporti con l’Unione europea. Venne rieletto in Consiglio Regionale in tutte le successive elezioni del 1990, 1995, 2000 e 2005, aderendo dapprima ai Cristiani Democratici Uniti (CDU) – di cui fu vicesegretario nazionale – e poi, definitivamente, a Forza Italia. È stato presidente della Commissione regionale affari istituzionali, della Commissione di vigilanza e di controllo, presidente del gruppo consiliare di Forza Italia. Dal 2005 è stato vicepresidente del Consiglio Regionale toscano.

A giugno 2001 diventò eurodeputato, subentrando a Silvio Berlusconi nel frattempo nominato Presidente del Consiglio. È stato membro della Commissione Giuridica e per il Mercato Interno e della Delegazione per le relazioni con i Paesi dell’America Centrale e il Messico. Rimasee in carica fino al 2004 quando, ricandidato, fu il primo dei non eletti di Forza Italia per la circoscrizione Italia Centrale. Nel giugno 2008 ritornò al Parlamento europeo, subentrando ad Antonio Tajani nel frattempo scelto come Commissario europeo. Iscritto al gruppo del Partito Popolare Europeo – Democratici Europei. Alle elezioni Europee del 25 Maggio 2014 prese 28.060 preferenze, non sufficienti per essere rieletto. Ma la sua attività ha certamente lasciato un segno, sia nella storia politica della Toscana, sia nell’Unione Europea.

Stefano Mugnai, vicepresidente del gruppo di Forza Italia alla Camera, è stato un po’ l’erede politico di Paolo Bartolozzi. Con le lacrime agli occhi, ha inviato a Firenze Post questo personale ricordo: «Paolo Bartolozzi e’ stato per me non solo un riferimento politico, ma anche un amico, un mentore, un maestro. Ha insegnato a me ed a tanti altri amici che hanno avuto la fortuna ed il privilegio di godere della sua amicizia che in politica non si deve mai aver paura di niente, salvo che abdicare ai propri valori ed alle proprie idee. Ciao Paolino, sei stato, sei e sarai per sempre un modello ed un caro amico. Le tue critiche erano sempre giuste, i tuoi complimenti erano merce rara, ma erano quelli di cui andavo più orgoglioso».

Il presidente del consiglio regionale della Toscana, Antonio Mazzeo, ha scritto: «Esprimo a mio nome e di tutto il Consiglio regionale il cordoglio per la scomparsa dell’onorevole Paolo Bartolozzi. Desidero mandare un messaggio di vicinanza ai suoi familiari e amici nel ricordo di un politico di grande spessore, sempre impegnato, come sindaco e poi nell’aula del Consiglio regionale e nelle istituzioni europee, a rappresentare la Toscana e i toscani seguendo il tracciato di una cultura, quella cristiana e sociale, che è fondamento ineludibile della cultura costituzionale e democratica del nostro Paese e della nostra Regione».
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Conoscevo Paolo Bartolozzi da oltre trent’anni, ossia dalla sua prima elezione nel Consiglio regionale della Toscana. Era un politico concreto, che mai si nascondeva dietro il fumo delle parole. Parlare con lui significava, ogni volta, avere almeno una notizia vera, di quelle che interessavano milioni di toscani: dalla casa alla sanità, dalle infrastrutture all’economia. E sempre riusciva a certificare quel che diceva. Mai si nascondeva dietro il politichese. Ovvio che per un cronista assetato di sapere cose capaci d’incidere sulla pelle della gente, Paolo Bartolozzi fosse, giorno dopo giorno, una miniera di novità. Per tanti anni. Dopo le decine di migliaia di voti ottenuti per conquistare il seggio di Bruxelles, ebbe anche dei problemi. Che seppe superare, restando se stesso. Lasciatemi dire che, nel momento in cui i partiti falliscono clamorosamente, e il presidente della Repubblica deve ricorrere a un personaggio del profilo di Draghi per mandare avanti il Paese, il ricordo mi fa dire che Paolo Bartolozzi era un uomo e un politico di livello, capace di dialogare con tutti e anche di rinunciare a qualcosa per un obbiettivo che era nel suo dna: il bene comune. Ciao Paolo.

Sandro Bennucci

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