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Sicurezza: arriva la pistola al peperoncino per i vigili urbani

ROMA – Da un articolo firmato Ferdinando Camon e pubblicato sul giornale cattolico Avvenire traiamo una notizia interessante in questi giorni nei quali è esplosa la polemica per l’agente inquisito dopo aver sparato a un pregiudicato ghanese che aveva minacciato con un coltello i passanti. La magistratura persegue ovviamente l’agente, ma è tenera con il povero immigrato. I sindacati di polizia chiedono maggiori tutele per chi difende i cittadini e minori favori ai delinquenti. Il ministro Lamorgese annuncia che forse a fine anno arriverà il taser, la pistola elettrica che blocca i violenti.

Ma intanto qualche amministrazione locale parte con iniziative autonome, senza aspettare il pachidermico ministero e prenota per i suoi vigili una pistola al peperoncino, che acceca per alcuni minuti, e mette fuori combattimento gli aggressori. E stata inventata e prodotta per i vigili urbani; per ora in Italia è stato consegnato un kit di sei pistole, complete ciascuna di un caricatore di quattro cartucce, con una gittata utile di tre metri. Con quest’arma i vigili evitano di fermare il ladro o il bandito impegnandosi in un corpo a corpo, rischiando di uccidere o di venir uccisi.

La nuova arma si chiama JPX 4 Compact Jet Defender, viene  dall’America, non costa moltissimo, il pacchetto di sei pistole è arrivato in Italia due-tre giorni fa al prezzo di 2.039 euro.  La notizia è riportata da un giornale locale di Montagnana, in provincia di Padova. La nuova pistola spara peperoncino liquido, che mantiene una precisione alta, una velocità considerevole, e una gittata più che sufficiente per l’autodifesa. A tre metri è efficacissimo.  La nuova arma vien data ai vigili che operano in strada.

La pistola al liquido urticante brucia gli occhi e acceca, se hai davanti a te  più soggetti, può farlo su tutti. Una notizia positiva nel quadro della lotta alla malavita (e all’immigrazione) violenta e uno strumento in più a disposizione delle nostre Forze dell’ordine per sfuggire (speriamo, ma con la nostra giustizia non si sa mai) alle incriminazioni della solerte magistratura italiana.

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Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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