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Alitalia: l’ultimo volo dell’ultimo aereo. E arriva Ita

Alitalia

Era il sogno di tanti bambini degli anni Sessanta, fare il pilota dell’Alitalia. Andare in giro negli alberghi di lusso di tutto il mondo. Avere a bordo hostess bellissime. E guadagnare tanto bene da comprarsi una macchina sportiva decapottabile. Ma è stata molto di più, la compagnia di bandiera che oggi, 14 ottobre 2021, farà gli ultimi voli. Per poi sparire. Già: l’ultimo volo dell’ultimo aereo. Come l’ultima corsa dell’ultimo tram, a Firenze, all’avvio degli anni Sessanta. Per poi riscoprire la tramvia, come scelta di mobilità senza alternative, una decina d’anni fa. Alitalia diventa Ita: chissà se la rimpiangeremo. Devo riconoscere che, al di là dei super investimenti e delle crisi clamorose, ha portato lo stile, l’eleganza, la tradizione italiana, e anche il Papa, in giro per il globo. Ma ora, dopo 74 anni di soddisfazioni e tribolazioni, per Alitalia è arrivato il giorno dell’ultimo volo. La compagnia chiuderà per sempre i portelloni: per lasciare, come detto, i cieli alla newco Ita.

OLIMPIADI – Fondata nel 1946 come Aerolinee Italiane Internazionali, Alitalia ha avuto i suoi momenti di gloria negli anni del dopoguerra e del boom. Nel 1960 è lo sponsor ufficiale dei Giochi Olimpici di Roma. L’anno successivo viene aperto l’aeroporto di Fiumicino che diventa l’hub principale di Alitalia. Negli anni ’70 e ’80 prosegue la crescita della flotta e vengono aperte nuove rotte verso le Americhe e l’estremo Oriente. A metà degli anni ’90, però, la brusca virata: la compagnia entra in crisi economica. Iniziano i primi colloqui con Air France, che non porteranno a nulla, e quindi nel 1997 i primi contatti con Klm per una fusione che parte sotto forma di joint-venture integrale nel novembre 1999. L’accordo di fusione prevede lo spostamento dell’hub da Roma-Fiumicino a Milano-Malpensa e la conseguente chiusura di tutti i voli dallo scalo di Milano-Linate, eccezion fatta per i voli verso Roma. Ma nell’aprile 2000, Klm comunica ad Alitalia la scelta di interrompere l’alleanza immediatamente in quanto venne bocciata dal consiglio di amministrazione. La crisi della compagnia di bandiera si acuisce ed iniziano i primi tentativi di privatizzazione, che si protraggono fino al 2007, quando viene accettata in forma esclusiva l’offerta di Air France-Klm.

BERLUSCONI – Ma ad un passo dall’accordo definitivo con Air France monta la protesta contro la vendita ai francesi, che si ritirano nel 2008 in quanto Silvio Berlusconi non garantisce di accettare l’offerta del gruppo franco-olandese in caso di sua vittoria alle elezioni. Parte così il viaggio dei cosiddetti capitani coraggiosi’, una cordata di imprenditori pilotata da Roberto Colaninno e di cui fanno parte Benetton e Ligresti, Caltagirone e Tronchetti Provera. Fanno nascere Cai. Il nuovo vettore, che unisce Alitalia ed Airone, con Air France Klm partner strategico con il 25% del capitale in mano decolla ufficialmente il 13 gennaio 2009 ma la navigazione non sarà mai tranquilla con piani industriali aggiornati di continuo e di continuo superati, complice anche la crisi e il rincaro del prezzo del petrolio e quindi del carburante. Nel giro di cinque anni, la compagnia cambia tre amministratori delegati e nell’ultimo trimestre 2013 è necessaria una ricapitalizzazione, nella quale Air France non partecipa, diminuendo così, la sua quota in Alitalia. A febbraio 2014, dopo che Etihad Airways mostra interesse in Alitalia, l’allora premier Enrico Letta, media con il governo di Abu Dhabi per portare avanti le trattative. Una successiva ricapitalizzazione, a luglio 2014, vede l’ingresso in Alitalia di Poste italiane, con un contributo pari a 75 milioni di euro, mossa necessaria per il salvataggio della compagnia. L’8 agosto 2014, Etihad Airways annuncia che avrebbe acquisito il 49% di Alitalia.

NASCE ITA – Sembrava che con gli sceicchi di Abu Dhabi si dovesse finalmente vedere la luce in fondo al tunnel. E invece dopo il rinnovo di marchio e livrea, nel 2017 Alitalia deve affrontare una nuova crisi finanziaria, rendendo necessari una ricapitalizzazione e un nuovo piano industriale, che viene però respinto dai dipendenti con un referendum aziendale ad aprile. Il 2 maggio poi l’assemblea dei soci della compagnia aerea approva l’ingresso in amministrazione straordinaria dell’azienda decretando quindi l’uscita di Etihad e di tutti i soci di minoranza dalla società. Il governo per tenere in volo Alitalia eroga quindi due prestiti ponte, rispettivamente da 900 e 400 milioni di euro, che finiranno poi sotto la lente dell’Antitrust Ue. Infine, col decreto-legge Cura Italia del 2020, viene autorizzata la costituzione della newco interamente partecipata dallo Stato, Italia Trasporto Aereo, che decollerà venerdì 15 ottobre. Comincia una nuova avventura: con non poche preoccupazioni per il personale. Sei decenni dopo, nemmeno i piloti sono più quelli dei sogni dei bambini degli anni Sessanta.


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Sandro Bennucci

Direttore del Firenze PostScrivi al Direttore

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