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Firenze, Teatro Verdi: sul podio dell’Orchestra della Toscana (ORT) Alpesh Chauhan, al violoncello Pablo Ferrández

Il violoncellista Pablo Ferrández (credit Igor Studio)

Firenze – Al Teatro Verdi di Firenze, venerdì 12 novembre alle 21, sale per la prima volta sul podio dell’Orchestra della Toscana (ORT) Alpesh Chauhan, giovane direttore in ascesa che si è già sentito con l’Orchestra del Maggio; solista al violoncello è un altro talento che vanta già esperienze prestigiose, lo spagnolo Pablo Ferrández.

Il concerto si apre con la prima esecuzione del terzo e ultimo brano dedicato a Dante commissionato dalla Fondazione ORT ad Alberto Cara. Compositore trevigiano, si dice estraneo a ogni intellettualismo, prediligendo all’avanguardia la componente espressiva e comunicativa della musica: e lo si intuisce già dal titolo della sua composizione: Forse semilia miglia di lontano.

Sul podio Alpesh Chauhan, nato a Birmingham nel 1990 in una famiglia numerosa dove si intrecciano radici africane e indiane. Già enfant prodige, è stato primo violoncello della CBSO Youth Orchestra. Una passione inizialmente malvista dai genitori, quella per la musica classica; spiega il giovane direttore: «Per convincerli avevo un solo strumento: mostrargli i video su YouTube di Zubin Mehta. Un indiano che con quella musica era diventato uno degli artisti più celebri al mondo». Oggi è direttore musicale della  Birmingham Opera Company, conclusasi nel 2020 l’esperienza triennale alla Toscanini di Parma come direttore principale – al fianco di nomi quali Andris Nelsons e Simon Rattle, cui si ispira. È ambasciatore dell’ente filantropico inglese Awards for Young Musicians, che supporta lo studio della musica per i giovani provenienti da contesti svantaggiati.

Il violoncellista Pablo Ferrández nasce in una casa di musicisti a Madrid e non si separa mai dal suo violoncello; adesso che si trova a collaborare con Daniele Gatti, Gustavo Dudamel e la violinista Anne-Sophie Mutter può suonare uno Stradivari concessogli in comodato da una fondazione nipponica, grazie al fatto di aver vinto uno dei pochi concorsi ancora capaci di lanciare una carriera, il Čajkovskij di Mosca, a cui si aggiunge la nomina di giovane artista dell’anno (premio ICMA 2016).

Insieme, Ferrández e Chauhan affrontano il Concerto per violoncello che l’inglese Edward Elgar scrisse nel 1919 all’indomani di un intervento di tonsillectomia. Partitura legata all’eredità di Brahms, è elegiaca e crepuscolare nel colore, ma anche memore di una certa imponenza vittoriana.

Giustappunto con Brahms si chiude il concerto, nella cui seconda parte verrà eseguita la sua ultima Sinfonia, la Quarta, vertice del tardo romanticismo viennese.

Alpesh Chauhan, Musica, Orchestra della Toscana (ORT), Pablo Ferrández, Teatro Verdi di Firenze

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