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Economia di guerra: pil in caduta. Lavoratori più poveri per colpa dell’inflazione. E Moody’s rinvia il giudizio sull’Italia

La guerra in Ucraina, e non poteva essere altrimenti, sta già pesando sull’economia italiana. La crescita sarà rivista “significativamente” non solo dal 4,7% previsto dal Governo lo scorso autunno, ma anche dal 4% previsto dalla Commissione europea in inverno. Le aspettative puntano a un Pil che per il 2022 resterà sotto la soglia del 3%, a causa dell’incertezza fortissima in cui è piombata l’economia dall’inizio del 2022, spinta dalla guerra e dell’inflazione che continua a salire e che, avverte il ministro del Lavoro Andrea Orlando, si scarica tutta sui salari impoverendo i lavoratori. Intanto Moody’s non ha aggiornato il proprio rating sull’Italia, in calendario per il ° aprile. È quanto si legge sul sito dell’agenzia, che non ha aggiornato neanche i rating della Bulgaria, di Atene, di Budapest e Göteborg. Il rating dell’Italia resta quindi a livello Baa3 con outlook stabile.L’agenzia di rating ha aggiornato soltanto la valutazione sul Sud Africa, confermandone il rating Ba2 e cambiando l’outlook a stabile.

INFLAZIONE – “Prima degli ultimi eventi si preannunciava una ripresa a ritmo sostenuto, la Commissione Ue prevedeva per l’Italia un tasso del 4%. Gli ultimi eventi hanno portato a un deterioramento di queste prospettive. Dobbiamo essere consapevoli che la nostra economia sta rallentando”, ha spiegato il ministro Franco all’università di Padova. Le ragioni sono evidenti da diversi mesi. Primo, c’è un aumento dell’inflazione, “in questo momento è attorno al 6,7%, per l’Italia è un livello che non vedevamo da diversi anni”. Secondo, c’è il conflitto tra Russia e Ucraina che ha portato “a un netto deterioramento delle prospettive”, perché ha effetti diretti “sulle catene di approvvigionamento” e perché risentiamo degli “effetti delle sanzioni” verso la Russia. “Noi esportiamo in quel Paese l’1,5% del totale dell’export, ma la Russia rappresenta il 3% delle nostre importazioni. Soprattutto, la Russia rappresenta il 38% del gas consumato l’anno scorso. Questo causa incertezza”, ha detto Franco.

DEF – Ed è proprio l’incertezza che peserà sulle prospettive economiche di quest’anno in arrivo con il Documento di economia e finanza la prossima settimana, il 5 o il 6 aprile, dopo che l’Istat il 4 aprile avrà pubblicato la correzione al ribasso della sua stima sul Pil 2021. “L’unica certezza è l’assenza di certezza. Non sappiamo quando finirà il conflitto e ciò pesa sulla nostra economia. Prima dell’aumento del costo dell’energia stavamo crescendo bene, nel 2020 avevamo recuperato 6,6 punti, gli investimenti pubblici erano aumentati del 17% recuperando quanto era stato perso. Usciamo da 25 anni di crescita modesta. Abbiamo perso molte posizioni rispetto ad altri Paesi”, ha ammesso Franco. “E’ un momento difficile per l’Italia, tra pandemia e conflitto in Europa”, ha aggiunto il ministro, e “l’Italia non può governare da sola queste difficoltà, stiamo con la Nato e con la Ue”.

EUROPA – La speranza è quindi che l’Europa intervenga di nuovo, come fece durante la pandemia, per trovare risorse comuni al comune problema del rallentamento. Non sarà un’operazione rapida, quindi il Governo si prepara ad intervenire di nuovo in solitaria. L’idea è varare nuovi aiuti prima di Pasqua, perché i tempi bui richiedono decisioni e azioni rapide. L’allentamento temporaneo sugli aiuti di Stato per le imprese colpite più duramente dall’aumento dei prezzi delle materie prime e dell’energia è arrivato da Bruxelles con provvido tempismo: è quello lo schema che seguirà il nuovo provvedimento, che darà sostegni per qualche altro mese alle realtà più in difficoltà dei 24 settori produttivi individuati dalla Commissione Ue. Si tratta di un intervento che peserà sul deficit, ma senza aggravarlo troppo, perché l’intenzione è restare il più possibile vicini alla stima della Nadef (5,6%). Intenzione confermata anche per il debito, che il Governo vuole continuare a far calare gradualmente. I dati del fabbisogno statale del primo trimestre 2022 sembrerebbero aiutare le intenzioni, visto che è migliorato di 11,3 miliardi rispetto ai primi tre mesi del 2021.


Sandro Bennucci

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