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Presidenziali in Francia: Macron arriva primo. Ed è favorito al ballottaggio del 24 aprile. Ma i gilet gialli dove sono finiti?

Marine Le Pen e Emmanuel Macron: prossima sfida il 24 aprile 2022

PARIGI – Emmanuel Macron, con oltre il 28% dei voti, ha vinto il primo turno delle presidenziali con oltre 4 punti in più rispetto al 2017. Anche Marine Le Pen è andata meglio, con il 24% dei voti rispetto al primo turno di 5 anni fa.Emmanuel Macron e Marine Le Pen sono al ballottaggio, fissato per il 24 aprile, rispettivamente con il 28,6% e il 24,4%. Terzo arriva Jean-Luc Mélenchon de La France Insoumise, con il 20,2%. Molto bassi il polemista di estrema destra, Eric Zemmour, con il 6,8%, e Valérie Pécresse, sotto il 5% (4,6%). Sono le cifre degli Exit poll dell’istituto di sondaggi IFOP.

Intanto Emmanuel Macron conferma il suo vantaggio su Marine Le Pen in vista del ballottaggio per la corsa all’Eliseo del 24 aprile. Secondo un ultimo studio Ipsos Sopra Steria per Le Parisien, svelato questa sera, il presidente uscente verrebbe riconfermato all’Eliseo con il 54% delle intenzioni di voto contro il 46 % della sfidante del Rassemblement National, Marine Le Pen. Secondo un altro sondaggio Ifop-Fiducial per TF1/LCI/ParisMatch/SudRadio, il distacco tra i due candidati europeista e nazionalista è più ristretto. Macron vincerebbe le elezioni con il 51% delle preferenze contro il 49% di Le Pen.

“Non dobbiamo illuderci: nulla è deciso e il dibattito che avremo nei prossimi 15 giorni sarà decisivo per il nostro Paese e per l’Europa”. Lo dice Macron, parlando a Parigi ai suoi sostenitori dopo i risultati del primo turno, che lo proiettano al ballottaggio contro Marine Le Pen. “A tutti coloro che si sono astenuti o hanno votato alle estreme – continua – o perché sono in collera davanti alle diseguaglianze che persistono, al disordine ecologico, all’insicurezza e alla difficoltà di vivere degnamente anche quando lavorano duramente, o perché si sentono insufficientemente rappresentati o ascoltati, voglio convincerli nei prossimi giorni che il nostro progetto risponde meglio di quello dell’estrema destra alle loro paure e alla sfida del tempo”.

Ma a Parigi e dintorni srpeggia la domandona: che fine hanno fatto i gilet gialli? Praticamente spariti dalle piazze e dagli incroci stradali, i contestatori che tra il 2018 e il 2019 scossero la Francia per protestare contro le politiche del presidente Emmanuel Macron non votano o hanno scelto Marine Le Pen, Eric Zemmour o Jean-Luc Mélenchon. Dopo aver mantenuto un profilo basso durante gli anni del lockdown e a quasi quattro anni dalla prima manifestazione del 17 novembre 2018 – quando alla protesta contro il caro carburante aderirono circa 300.000 persone – il movimento anti-elite della cosiddetta ‘Francia periferica’ è praticamente scomparso dai radar, sparigliato in diverse anime e sensibilità, dai più moderati fino ai più radicali e violenti che misero a ferro e fuoco gli Champs-Elysées.

Questo fine settimana appena un centinaio di casacche gialle sono rispuntate in testa al corteo della marcia ”per il futuro” organizzata sabato a Parigi su iniziativa di organizzazioni e associazioni ecologiste, antirazziste, femministe e anti-precarietà. Durante la pandemia, alcuni – come Jerome Rodrigues, che perse un occhio durante i duri scontri con la polizia – si sono convertiti alla lotta no-vax, altri sono stati visti nei cosiddetti ‘convogli della libertà’, il movimento contro il super green pass ispirato a quello dei camionisti canadesi che voleva marciare su Parigi e Bruxelles prima che la guerra in Ucraina eclissasse tutto. Oggi, malgrado le differenze, un solo slogan sembra ancora unire le varie anime dei gilets jaunes: “Tutto tranneMacron“. “Se dovesse essere rieletto, penso che il movimento dei gilet gialli sarebbe molto più duro di quanto accaduto tre anni fa”, ha avvertito uno degli ex portavoce dell’ala più radicale, il camionista Eric Drouet, tornando a battere contro l’aumento dei prezzi del carburante ormai oltre la soglia dei 2 euro. Altri storici esponenti dei gilets jaunes come Jacline Mouraud hanno scelto i ranghi dell’ultradestra di Eric Zemmour, l’ex polemista candidato alla presidenza con il movimento Reconquete che stasera si è schierato al fianco di Marine Le Pen.

Altri ancora si sono fatti sedurre dalla candidata del Rassemblement National, focalizzata in queste ultime settimane sul tema del potere d’acquisto caro a tante casacche gialle e che il 24 aprile affronteràMacronal ballottaggio. Mentre il candidato della sinistra alternativa Jean Luc Mélenchon (La France Insoumise) ha cercato di richiamarne il massimo verso di sé promettendo l’amnistia per tutti quei militanti condannati per le violenze di piazza. Intanto, per le vie di Amiens, la città diMacron, lo street artist Jaeraymie ha suscitato polemiche, creando un poster del presidente candidato con indosso un gilet giallo e un occhio tumefatto. Un riferimento a quei militanti rimasti feriti durante gli scontri con la polizia a margine delle proteste. Le manifestazioni dei gilet gialli hanno profondamente segnato la prima parte del mandato di EmmanuelMacron, che riuscì a sedare il movimento con l’avvio del cosiddetto ‘grand débat national’ e importanti concessioni a favore del potere d’acquisto.


Sandro Bennucci

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