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Pasqua, omelia cardinal Betori: “La pace e un vita umana degna può scaturire solo da cuori convertiti all’amore”

“L’Ucraina, la nostra Europa, il mondo invoca la vita e la pace e chiede come poterla sperare. Non sono
le armi a poterla garantire, non sono gli equilibri geopolitici a poterla disegnare, non è la prepotenza o al contrario la paura a poterla favorire. La pace e un vita umana degna, per ciascun uomo e donna e per i popoli, può scaturire solo da cuori convertiti all’amore”. Lo ha detto il cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, durante l’omelia proclamata questa mattina nella Cattedrale di Santa Maria del Fiore nella domenica di Pasqua.
Per questo, ha sostenuto Betori, “il cammino da fare in questi giorni è anzitutto un cammino spirituale, in cui l’odio viene sconfitto dal riconoscimento dell’umanità dell’altro, secondo giustizia e libertà, nella fraternità che scaturisce dal confessare un unico Padre, il Creatore di tutti, e il medesimo fratello, Gesù Cristo, sacrificatosi per noi. Non è vero che la pace è impossibile. Essa è nelle mani di chi ama il mondo come il Padre e ama ciascuno di noi come ha fatto Gesù”.

Dopo aver citato il ‘sindaco santo’ Giorgio La Pira (“Se Cristo è realmente risorto – come lo è -, se la sua resurrezione gloriosa, pur essendo celeste, è anche terrena, la conseguenza è ineluttabile: gli eventi umani si collocano attorno a Lui – come attorno al loro centro – e si misurano con la forza divina di Lui”), il cardinale Giuseppe Betori ha osservato che “il traguardo della storia non è il dominio degli uni sugli altri, la sopraffazione e la violenza lacerante tra i popoli, ma la loro unità nel regno di Dio. Questa certezza illumina i nostri cuori anche nelle tenebre del presente e orienta i nostri sforzi di pace, come comunione di figli di un unico Padre. Non si vince con la morte dei fratelli, ma in una ritrovata e giusta fraternità riconciliata”.

L’arcivescovo di Firenze ha invitato i fedeli a lasciarsi “illuminare da Cristo, da lui che è luce del mondo, che può cambiare il volto del mondo e ricondurlo a concordia, fraternità e pace. Ne abbiamo bisogno
in questi giorni segnati da odio e disprezzo, da ingiusta aggressione, da immane violenza, in specie nella terra di Ucraina. La pace è possibile, c’è una via che conduce alla pace ed è il sentiero tracciato da Gesù con la sua parola, con i suoi gesti di compassione e misericordia, con il dono di sé sulla croce”.

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