
Draghi accelera sul Pnrr e chiama 6 regioni per approvare progetti-bandiera

La Ue ha fatto sapere più volte che non concederà sconti sui termini di presentazione e attuazione del Pnrr Italia e quindi Draghi, consapevole della necessità di accelerare i tempi, ha organizzato una riunione tecnico-politica a Palazzo Chigi dove lui e i suoi ministri hanno incontrato sei presidenti delle regioni (Regioni Liguria, Piemonte, Friuli-Venezia Giulia, Umbria, Basilicata e Puglia) con i quali il premier ha firmato il primo step del Pnrr, definito «un piano che parte dal basso e che ha bisogno del vostro contributo per avere successo».
I protocolli d’intesa perla realizzazione dei cosiddetti «progetti bandiera» partiranno presto e le Regioni avranno dal governo un «sostegno incondizionato», per alimentare un «colloquio continuo» necessario per la celere conclusione del Pnrr. La firma a Palazzo Chigi delle prime sei intese sui «progetti bandiera» delle Regioni è stata l’occasione che il premier Draghi per far avanzare la collaborazione fra governo e presidenti che ha zoppicato nelle fasi iniziali, quando si è scritto il decreto sulla governance del Pnrr.
In tutto i progetti bandiera saranno 21, uno per ogni Regione e Provincia Autonoma, per un valore complessivo vicino ai 9 miliardi, in larga parte destinati a transizione ecologica (4,3 miliardi) e ricerca e università (4,1 miliardi).
Ieri ne sono stati firmati sei, distinti in due famiglie: la Liguria punta sul Centro di medicina computazionale e tecnologica, l’unico progetto bandiera in sanità, che sarà finanziato con 450 milioni di euro e lavorerà al trasferimento nella pratica clinica dei risultati ottenuti con l’applicazione del calcolo computazionale ai modelli biologici e ai programmi di gestione delle tecnologie robotiche di ambito biomedico.
Le altre cinque regioni hanno invece scelto i progetti di Hydrogen Valley, che mirano alla riconversione di aree industriali dismesse da trasformare in centri di produzione per l’idrogeno verde.
La linea è quella, centrale in tutto il Pnrr, della transizione energetica, trasformata in fretta in emergenza globale dall’invasione russa in Ucraina. Ma in particolare in Puglia, una delle cinque regioni coinvolte dai progetti siglati ieri, la questione si intreccia con il dibattito eterno sul futuro dell’Ilva.
Il presidente della Puglia, Michele Emiliano, ha sottolineato che a Taranto verrà costruito «il Centro studi e applicazioni industriali, che consentirà la decarbonizzazione dell’impianto siderurgico ex Uva». «Presidente Emiliano — gli ha risposto Draghi — il suo riferimento è particolarmente importante. Il governo intende riportare l’ilva a quando era competitiva e la più grande acciaieria d’Europa».
La Toscana del presidente Giani sta ancora elaborando i piani con i principali comuni e sarà convocata, insieme ad altre regioni, quando sarà pronta. Questo infatti è stato il primo step di un confronto che il governo vuole intensificare perché le regioni diventino coprotagoniste del piano nazionale da inviare a Bruxelles. Ma il tempo stringe e le regioni in ritardo sono chiamate a recuperare il tempo perduto.
