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Sanzioni Ue, energia: la Russia trova sbocchi in Cina e India, mentre l’Europa cerca fonti alternative

Putxi
Putin e il presidente cinese Xi Inping

BRUXELLES – Le sanzioni decise dalla Ue nei confronti di Putin si stanno rivelando controproducenti per gli stessi Paesi europei. In effetti la Russia sta trovando sbocchi alternativi per le sue forniture e all’Europa si stanno sostituendo India e Cina, che hanno aumentato di molto i loro acquisti di energie fossili, soprattutto petrolio.

L’India importa al ritmo di circa un milione di barili al giorno da Mosca. È addirittura il decuplo rispetto alla quantità di petrolio che Delhi importava un anno fa dalla Russia, quando gli acquisti indiani erano solo di centomila barili al giorno.

Anche la Cina ha aumentato le sue importazioni dalla Russia. I due giganti asiatici stanno facendo incetta di energia fossile russa e in questo modo neutralizzano gran parte degli effetti negativi delle sanzioni occidentali, al punto che la produzione complessiva di petrolio russo è cresciuta a quota 10,55 milioni di barili al giorno, secondo l’Agenzia internazionale dell’energia.

Anche grazie all’aumento dei prezzi stanno risalendo anche gli introiti di Putin: 20 miliardi di dollari per le sole vendite di petrolio a maggio, un aumento di 1,7 miliardi rispetto al mese di aprile.

Von der Leyen cerca di correre ai ripari per evitare una crisi energetica in alcuni paesi Ue, in particolare all’Italia, per la quale Gazprom ha già ridotto gli approvvigionamenti di gas.

La presidente della Commissione ha cercato strade e forniture alternative, senza molto successo. L’Unione europea ha siglato infatti un memorandum d’intesa con Egitto e Israele per favorire gli aumenti di forniture di gas da quei due paesi, ricchi di giacimenti sottomarini e ben collegati con i paesi della sponda settentrionale del Mediterraneo. Nel memorandum però i rappresentanti di Bruxelles hanno sentito il bisogno di precisare che il gas «svolgerà un ruolo importante nella produzione di elettricità» solo fino al 2030, un orizzonte molto breve.

Mentre le capacità di raffinazione si sono ridotte in America e in Europa, in Medio Oriente sono aumentate del 13% nel corso dell’ultimo triennio. Anche ipotizzando un forte aumento nell’uso delle energie rinnovabili – cosa auspicabile – questo si accompagnerà per molto tempo con dei consumi di energie fossili che dovranno riempire i buchi. Oppure con una riabilitazione del nucleare, di cui al momento non v’è traccia in Occidente, in particolare in Italia, mentre fa eccezione la Francia.

Vento e sole non saranno sufficienti a creare l’energia necessaria in Europa, finché non interverranno innovazioni tecnologiche che moltiplichino la capacità di conservazione di energia (ad esempio con batterie di nuova generazione) a fianco al solare e all’eolico ci sarà sempre bisogno di gas e di petrolio.


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Ezzelino da Montepulico


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