Crisi governo: massima allerta nella Ue. Dure critiche di “Le Figaro”, in Italia qualcuno evoca la troika


FIRENZE – Ho letto con preoccupazione i commenti di due autorevoli fonti del giornalismo europeo, il francese Le Figaro e il giornalista Massimo Franco, editorialista del Corriere della Sera. Con argomentazioni diverse, ma in fondo coincidenti, entrambi parrebbero evocare la prospettiva di una situazione italiana simile a quella della Grecia che provocò, nel 2010, l’intervento della troika europea e della Bce, allora presieduta proprio da Draghi.
Ricordiamo che il 2 maggio 2010, il Primo ministro George Papandreou annunciava che la Grecia aveva accettato un prestito di 110 miliardi di euro in tre anni per evitare il default. In cambio, il governo si impegnava ad attuare riforme di austerity sotto il controllo della “troika”, composta da Banca centrale europea, Commissione europea e Fondo monetario internazionale. Il popolo greco fu costretto a indicibili sacrifici., furono tagliati drasticamente stipendi e pensioni e molti addirittura furono spinti al suicidio per la situazione economica insostenibile. Anche nel caso attuale dell’Italia la Ue riterrebbe che Draghi premier sarebbe l’unica garanzia valida per attuare le riforme richieste in relazione al Pnrr e quindi agire di conseguenza.
Andiamo con ordine.
Ecco quanto afferma il quotidiano francese: ” L’Italia non può permettersi il lusso di una crisi politica fra un debito pubblico di 2.500 miliardi di euro che supera quello della Grecia e del Portogallo, dell’Irlanda e della Spagna tutti insieme, una crescita cronicamente in panne e un paese dipendente dalla linea di credito di 200 miliardi di euro concessa l’anno scorso dagli europei. Avevano buone ragioni: l’Italia pesa troppo nell’Ue per fallire, ed hanno dato fiducia a Mario Draghi per condurre le riforme richieste (sono 527 le condizioni imposte per gli aiuti)”.
“Alla luce di questi argomenti – aggiunge il quotidiano francese – i piccoli interessi politici del M5S faticano a commuoverci. (…) Ha frantumato la coalizione di unità nazionale. (..) Ma valeva la pena innescare una bomba che può far esplodere tutta l’Europa?”.
Sembra evidente che Le Figaro, interpretando le dichiarazioni di stupore dei vertici Ue per l’improvvisa crisi italica, ritenga (e ne avrebbe ben donde) che le istituzioni europee potrebbero intervenire direttamente per rimettere l’Italia sulla retta via, quella tracciata da Draghi, qualora l’ex presidente della Bce ribadisse le sue dimissioni irrevocabili.
Nello stesso senso mi sembra vadano le affermazioni dell’autorevole editorialista del Corriere della Sera, Massimo Franco, il quale , nella trasmissione de La7 “in onda” del 15 luglio, ha sostanzialmente evocato un possibile intervento della Ue in caso di rinuncia di Draghi.
Il giornalista ha infatti dichiarato: “Draghi è la garanzia che non arriverà la Troika, farlo fuori è un suicidio”. Ergo, secondo le informazioni in possesso del giornalista, di solito informato benissimo su questioni italiane, europee e internazionali, se Draghi non continua la sua avventura a capo del nostro esecutivo la prospettiva è quella di un sostanziale commissariamento dell’Italia, come avvenne allora per la Grecia.
