Fuga dalla Russia: nessuno vuol fare la guerra per Putin. Voli già esauriti. 280mila firme contro la “mobilitazione”. Primi arresti
La “mobilitazione parziale” annunciata da Putin ha provocato un tentativo di fuga in massa dalla Russia e, soprattutto, da Mosca. Uomini giovani e meno giovani non ne vogliono sapere di essere chiamati alle armi per andare a combattere in Ucraina. I biglietti degli aerei in partenza nei prossimi giorni dalla Russia vanno verso il tutto esaurito e i prezzi sono schizzati alle stelle. Secondo i media russi e internazionali, i voli più richiesti sono quelli verso Paesi come la Georgia, la Turchia o l’Armenia che consentono l’ingresso senza visto ai russi, mentre in patria si sta diffondendo la paura che le autorità possano presto vietare di lasciare il Paese agli uomini arruolabili.
RISERVISTI – Il ministro della Difesa russo Sergey Shoigu ha precisato che la mobilitazione per la cosiddetta “operazione militare speciale” in Ucraina riguarderà per ora 300.000 riservisti e che non saranno chiamati studenti e soldati di leva. Ma, secondo il Moscow Times, gli avvocati specializzati in difesa dei diritti umani sottolineano che il decreto lascia spazio di manovra per richiamare più truppe di quanto dichiarato pubblicamente. L’annuncio della mobilitazione ha inoltre riacceso le proteste, represse con ondate di arresti. L’ong Ovd-Info riportava in serata oltre 1.000 fermi in 36 città della Russia, ma il bilancio è probabilmente destinato ad aumentare. Un mese fa gli attivisti di Ovd avevano stimato in quasi 16.500 le persone fermate in Russia per aver protestato contro l’operazione in Ucraina. La maggior parte dei fermi si era però registrata nel primo mese del conflitto, prima della legge che prevede fino a 15 anni di reclusione per la diffusione di informazioni sull’esercito che dovessero essere ritenute “false” dalle autorità, che vieta di fatto di criticare l’operazione militare.
AEREI – Ora la gente è tornata in strada, e in meno di un giorno sono state raccolte oltre 280.000 firme in una petizione online contro la mobilitazione. Le Ferrovie russe e la compagnia di bandiera Aeroflot si sono affrettate a dire che non hanno ricevuto disposizioni per impedire agli uomini tra i 18 e i 65 anni di comprare i loro biglietti, ma dopo l’annuncio di oggi di Putin i prezzi dei voli per Yerevan, Istanbul o Tbilisi hanno registrato un’impennata, mentre stando all’Afp, i dati di Google mostrano che le ricerche su “aerei” e “biglietti” sono più che raddoppiate nelle ultime ore in Russia. Sul sito della Turkish Airlines, al momento, non ci sono biglietti disponibili per i voli Mosca-Istanbul fino a domenica 25 settembre e salire su quell’aereo costa adesso 172.790 rubli, cioè oltre 2.800 euro. Partire per Istanbul lunedì 26 costa invece 81.071 rubli, più di 1.300 euro. Secondo la Cnbc, non ci sono biglietti a disposizione né oggi né domani neanche per Belgrado, l’unica capitale europea ad avere collegamenti aerei diretti con la Russia dato che il governo della Serbia (che non è uno Stato membro dell’Ue) non ha aderito alle sanzioni contro la Russia per l’invasione dell’Ucraina. Il biglietto più economico dalla Russia a Belgrado venerdì costa quasi 2.900 euro, mentre – sempre secondo Cnbc – il suo prezzo solitamente si aggira tra gli 835 e i 1.945 euro.
SERBIA – In questi mesi, il numero dei cittadini russi nella capitale serba è notevolmente aumentato e diversi imprenditori russi hanno deciso di spostare la loro attività a Belgrado. Sette mesi fa, quando le truppe del Cremlino sono penetrate in Ucraina, l’Ue ha congelato i voli diretti da e verso la Russia. In quelle stesse settimane, decine di migliaia di russi lasciavano comunque il loro Paese nel timore che fosse imposta la legge marziale, ma anche nel timore di persecuzioni politiche e di un crollo dell’economia. La Finlandia ha smentito invece che al confine russo vi siano code chilometriche in entrata, così come suggerivano dei video circolati per tutta la giornata sui social. “La situazione non è cambiata in modo significativo oggi con l’annuncio della mobilitazione russa. Ci sono informazioni errate in circolazione”, ha scritto su Twitter la Guardia di frontiera finlandese. “Il traffico ai valichi di frontiera nel sud-est della Finlandia è normale. Attualmente, la coda dalla Russia è di circa 250 metri”, ha aggiunto l’autorità frontaliera di Helsinki.