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Ucraina, ex comandante dei mercenari filorussi Wagner fugge in Norvegia: “Usavano i detenuti come carne da macello”

Uomini del gruppo Wagner in azione in Ucraina (EPA/SERGEY KOZLOV)

ROMA – E’ fuggito in Norvegia dopo aver disertato, il 26enne Andrey Medvedev, ex comandante dei mercenari filorussi Wagner. Il suo battaglione era composto da ex detenuti, di fatto utilizzati come “carne da macello” per la loro inesperienza al fronte. Alcuni vittime di “esecuzioni sommarie” per aver disubbidito agli ordini, è la sua denuncia, che potrebbe essere utile alle indagini internazionali sui crimini di guerra.

“Ho combattuto a Bakhmut, comandando la prima squadra di un plotone d’assalto”, ha raccontato Medvedev al Guardian in una serie di colloqui dalla Russia, dove si era nascosto a luglio. Il gruppo Wagner, che sta svolgendo un ruolo chiave nell’offensiva russa nel Donbass, per rafforzare i suoi ranghi ha reclutato fino a 40.000 detenuti dalle carceri di tutto il Paese.

“Nel mio plotone solo tre uomini su 30 sono sopravvissuti”, ha raccontato il miliziano disertore. Aggiungendo di essere a conoscenza di almeno 10 esecuzioni di suoi commilitoni, alcune delle quali viste con i propri occhi. “I comandanti li hanno portati in un campo e li hanno fucilati davanti a tutti” perché avevano disubbidito agli ordini, la sua testimonianza. Uno “shock” che lo ha convinto a mollare tutto. Fino al momento in cui, dopo l’ennesima proroga del contratto senza il suo consenso, è scappato. Nella sua unità c’era anche Yevgeny Nuzhin, un condannato per omicidio che si era arreso alle forze ucraine e poi era stato giustiziato dopo essere stato riconsegnato ai russi.

“Temo che il mio destino sarà lo stesso, ho paura per la mia vita”, ha affermato Medvedev, che venerdì scorso ha rotto gli indugi ed ha attraversato il confine con la Norvegia. Una drammatica fuga tra i ghiacci, conclusa con l’arresto da parte delle guardie di frontiera. Il suo avvocato, Brynjulf Risnes, ha riferito che ora è stato trasferito ad Oslo in un “luogo sicuro” mentre le autorità valutano la sua richiesta d’asilo. Sul piatto, l’ex mercenario ha messo la disponibilità a “parlare con le persone che stanno indagando sui crimini di guerra”.

Le denunce di Medvedev gettano una nuova ombra sull’esercito privato russo (impegnato anche in Libia e Siria) e sul suo fondatore, il controverso oligarca Yevgeny Prigozhin. Soprannominato il cuoco di Putin per le sue attività di catering, inserito nella lista nera Ue e probabile attore nella campagna per interferire sulle elezioni americane, Prigozhin ha più volte sfidato pubblicamente i vertici militari e il ministero della Difesa russi per gli errori commessi in Ucraina. In una lotta di potere combattuta nella cerchia esterna del Cremlino per guadagnare i favori dello zar. E magari ottenere crediti in vista di una successione. Se e quando Putin deciderà di farsi da parte.

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