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Sicurezza sul lavoro: arriva la patente a punti. Sindacati critici, aziende sbarrano la porta

Il crollo nel cantiere Esselunga a Firenze

Novità nel pacchetto sicurezza approvato oggi, 26 febbraio 2024, dal governo: arriva la ‘patente’ per la sicurezza nei cantieri, obbligatoria per le imprese a partire dal 1 ottobre 2024. La ministra Calderone ha annunciato: “Dopo 16 anni introduciamo la patente a punti, che svilupperemo con il supporto delle parti sociali”.

Parti sociali, aziende e sindacati, alle quali la misura non piace. Per le aziende è rischiosa e mette a repentaglio l’intero settore edile, mentre per i sindacati è una risposta gravemente insufficiente rispetto alle profonde lacune del sistema italiano, che intanto va assumendo tinte sempre più fosche. Nel 2023 infatti – secondo i dati della commissione centrale dell’attività di vigilanz – le violazioni in materie di sicurezza e salute accertate sono state oltre 36mila, con incremento del 44% sul 2022 e un drammatico balzo dei lavoratori vittima di caporalato e sfruttamento, che in un anno sono passati da poco più di mille a 3.200, il 205% in più dell’anno precedente.

Il meccanismo elaborato dai tecnici di via Flavia però non è quello proposto da Cgil, Cisl e Uil nella piattaforma unitaria, ma si basa su un sistema di crediti. Il punteggio iniziale è di 30 crediti, per operare nei cantieri un’impresa deve averne almeno 15; incaso di incidenti o del mancato rispetto delle norme di sicurezza, l’azienda perde crediti (10 per una violazione, 15 nel caso in cui un infortunio causi al dipendente un’inabilità permanente al lavoro, assoluta o parziale, 20 in caso di morte di un lavoratore)che può però recuperare attraverso i corsi di formazione (5 ognuno).

Accanto, la rosa di provvedimenti già delineati da Calderone: stop ai benefici fiscali e contributivi in presenza di violazioni sulla sicurezza, stretta sulle sanzioni amministrative, obbligo di riconoscere ai lavoratori di appalti e subappalti un salario non inferiore a quello previsto dai ccnl e la ‘Lista di conformità’, il registro elettronico dove inserire le imprese che passano il vaglio dell’Inl senza violazioni o irregolarità, che per i successivi 12 mesi non saranno quindi sottoposte ad ulteriori verifiche.

A questo si somma lo sblocco delle assunzioni degli organi di vigilanza e l’apertura di un nuovo concorso per ispettori Inl, Carabinieri, Inps e Inail per un totale di 776 nuove unità e un aumento dell’attività pari, secondo i calcoli di Calderone, al 40% già nel 2024.Le imprese, dal canto loro, sbarrano la porta.

“Non siamo d’accordo sulla patente a punti: vanno premiate le imprese virtuose, non punite quelle che, per una disgrazia, possono incappare in momenti sfavorevoli”, dice Confapi, a cui fa eco anche Cna costruzioni, che sulla misura si dice “fortemente preoccupata”, evidenziando il rischio di per gli imprenditori “che si trovano davanti ad eventi al di fuori del proprio controllo”, mentre Confartigianato la definisce “farraginosa e piena di incertezze e lacune applicative, destinata a non produrre alcun risultato positivo”.

Pollice verso anche da Cgil e Uil. “La vita di un lavoratore vale 20 crediti: è una valutazione che a noi sembra lontana dal rispetto delle vite umane e dalla necessità di intervenire con investimenti e risorse su una strage”, dice senza mezzi termini il leader di via Lucullo, Pierpaolo Bombardieri, che giudica le risposte fornite da Palazzo Chigi “parziali” e chiosa: “Dopo Firenze ci aspettavamo una risposta più decisa, ma non ci pare sia così”.

Duro anche il segretario di Corso d’Italia, che bolla le proposte avanzate dall’esecutivo come “inadeguate” e assicura: “Ci mobiliteremo in tutte le forme possibili, le cose vanno affrontate in modo diverso”. Unica voce fuori dal coro quella della Cisl. “L’incontro è stato positivo, è un primo passo” afferma Luigi Sbarra, chiedendo che diventi un confronto “strutturale, per arrivare ad un patto di responsabilità tra tutte le parti sociali”.


Sandro Bennucci

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