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Acqua in Toscana: dopo le piogge di questo periodo il rischio di un’estate secca

Gaia Checcucci
Gaia Checcucci, segretario dell’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino Settentrionale

Le piogge degli ultimi giorni hanno provocato problemi, e anche danni in Toscana, soprattutto per smottamenti e frane in un territorio assai fragile. L’acqua abbondante ha contribuito a ingrossare i fiumi, a riempire le dighe e a ricaricare le falde. La situazione, ad oggi, 5 marzo 2024, è quella sotto riportata. Ma il rischio è quello di un’estate secca. I livelli di allerta.

DIGHE

Bilancino (Fi) registra un volume di 64,5 milioni di metri cubi su un massimo di 69 milioni; Montedoglio (Ar) registra un volume di 107 milioni di metri cubi su un massimo di 110 milioni di metri cubi; Levane e La Penna (Ar), insieme, registrano 7,25 milioni di metri cubi su un massimo di 9,3 milioni di metri cubi. Gli invasi strategici del reticolo Serchio (Lu) registrano 15 milioni di metri cubi su un massimo di 30; Calcione (Si) registra 3,6 milioni di metri cubi su un massimo di 4.

FIUMI

Arno a Nave di Rosano (Fi) portata 142,2 mc/s (media di marzo 16,9 mc/s)

Bisenzio a San Piero a Ponti (Fi) portata 12,7 mc/s (media di marzo 7,2 mc/s)

Ombrone Pistoiese a Poggio a Caiano (Po) portata 29,5 mc/s (media di marzo 13 mc/s)

Cecina a Monterufoli (Li) portata 13,7 mc/s (media di marzo 9,3 mc/s)

Ombrone Grossetano a Sasso (Gr) portata 39,7 mc/s (media di marzo 39,5 mc/s)

Albegna a Marsiliana (Gr) portata 10,5 mc/s (media dim marzo 9,3 mc/s)

La valutazione dei dati è stata fatta dal Segretario generale dell’Autorità di bacino dell’Appennino Settentrionale, Gaia Checcucci, alla presenza del Commissario nazionale contro la siccità, Nicola Dell’Acqua, durante la riunione dell’ “Osservatorio permanente sugli utilizzi idrici”, trasformato in organo dallo stesso provvedimento che ha istituito il Commissario. Obiettivo dell’Osservatorio è monitorare e gestire la scarsità della risorsa anche alla luce dei cambiamenti climatici.

Il Commissario dell’Acqua ha constatato il proficuo lavoro svolto dall’Autorità in tema di pianificazione de gestione della risorsa idrica e ha sottoscritto un protocollo che “individua nell’Autorità dell’Appennino Settentrionale l’amministrazione in grado d’interpretare le nuove funzioni codificate nel decreto siccità del 2023, svolgendo, attraverso il nuovo Osservatorio, un unico centro di riferimento e cabina di regia per raccolta, analisi, approfondimenti per la gestione ottimale della risorsa idrica, attraverso l’adozione di un set di indicatori sensibili al cambiamento climatico da testare ed eventualmente standardizzare su scala nazionale. Ciò fa seguito all’aggiornamento del bilancio idrico condotto dall’Autorità su tutto il territorio, che ha anche tenuto conto di innovativi criteri di elasticità rispetto al clima che cambia.

La fotografia scattata conferma l’estrema propensione del territorio agli eventi estremi: piove troppo, piove poco, piove diverso, ossia, proprio per effetto dei cambiamenti climatici, abbiamo precipitazioni più abbondanti in autunno e inverno, piuttosto che nel periodo primaverile. Così come meno pioggia in Casentino e proporzionalmente più nella Toscana meridionale.

Del resto, come ben si sa, i corsi d’acqua toscani hanno carattere prevalentemente torrentizio, a cominciare dall’Arno che si gonfia molto quando piove e si assottiglia nei periodi di siccità.

Dunque, a fronte delle varie situazioni che si possono determinare, scattano “scenari di severità idrica” di quattro livelli.

Normale – I valori degli indicatori sono tali da soddisfare le esigenze del territorio per tutti gli usi;

Bassa – Le esigenze possono essere ancora soddisfatte ma con alcuni segnali di criticità;

Media – La situazione peggiora e sono possibili anche danni economici;

Alta – La risorsa idrica non è più in grado di soddisfare gli usi e di evitare danni al sistema. In quest’ultimo caso, sulla base delle analisi prodotte dall’Osservatorio dell’Autorità, può essere adottata, anche preventivamente, la deliberazione dello stato d’emergenza di rilievo nazionale.

L’Osservatorio, dopo l’insediamento, diventa quindi pienamente operativo, come organo dell’Autorità di bacino, e sarà in grado di valutare la situazione attraverso un calendario d’incontri con i componenti delle varie amministrazioni statali e territoriali.



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