Stragi naziste: Mattarella a Marzabotto con il presidente tedesco, che chiede perdono. Morta Miria Pellegrini, superstite di Stazzema
MARZABOTTO – Ottant’anni fa la strage nazista di Marzabotto. “L’eccidio nazifascista di Monte Sole sono “simbolo e fondamenta dell’intera Europa”. È racchiusa in queste parole del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, l’essenza di una cerimonia molto toccante a 80 anni dall’eccidio nazifascista di Marzabotto, 775 vittime tra il 29 settembre e il 5 ottobre del 1944. Un anniversario importante celebrato da Mattarella con il suo omologo tedesco, Frank-Walter Steinmeier che ha chiesto perdono a nome del suo popolo.
“A ottant’anni da quei tragici giorni – dice Mattarella – oggi avvertiamo più nitidamente che Marzabotto e Monte Sole sono simbolo e fondamenta dell’intera Europa, prova del nostro destino comune che, insieme, nei giorni scorsi, a Berlino come a Bonn e Colonia, abbiamo confermato di volere scegliere. Quello di un’Europa che non rinuncia, e anzi vuole sviluppare i suoi valori, la sua civiltà, il suo diritto, fondato sul primato della persona. Così contribuiremo a un’Europa di pace, fondata sui valori che qui vennero negati con immane spargimento di sangue”.
Un dolore ancora oggi straziante, che rivive nelle parole del capo dello Stato: “Siamo qui per chinare insieme il capo davanti a tante vite crudelmente spezzate, per riempire con i sentimenti più intensi di solidarietà quelle voragini che la disumana ferocia nazifascista ha aperto in queste terre, in queste comunità. Siamo qui per ricordare, perché la memoria richiama responsabilità. Nella Seconda guerra mondiale si toccò il fondo dell’abisso. La barbarie, la cancellazione di ogni dignità umana”.
E’ morta oggi, all’età di 83 anni, a causa di una malattia, Miria Pellegrini, una delle poche bambine sopravvissute alla strage di Sant’Anna di Stazzema (Lucca) di 80 anni fa. Aveva poco meno di tre anni quando per mano di sua madre Rita Bertelli, nascosta nei campi, scampò alla furia nazifascista che nel frattempo aveva messo a ferro e fuoco la mattina del 12 agosto 1944, le borgate di Sant’Anna uccidendo centinaia di donne, anziani e bambini.
“Mia mamma, quella mattina, era nascosta con mia nonna Rita Bertelli nei campi – racconta la figlia Paola Capovani come riporta una nota del Museo di Sant’Anna di Stazzema dando notizia della scomparsa di Mirta Pellegrini -. Teneva per mano da una parte mia madre Miria e dall’altra il fratello Angelo. Da quello che mi ha sempre raccontato, venne però scoperta da un soldato tedesco. Si alzò e gli disse: se devi ammazzare ammazza me e non i miei figli”. Ma questo soldato graziò tutti e tre”. Si salvarono, ma i tormenti del trauma non li abbandonarono mai. L’evento si è infatti ripercosso sulla famiglia di Miria, nonostante sia sempre stata una donna forte e semplice.
“Mia madre ha vissuto una vita di stenti – prosegue Paola – perché mia nonna Rita era stata talmente provata dall’eccidio di Sant’Anna, perdendo le zie e le sorelle, che ne è rimasta mentalmente devastata. Così Miria per tutta la vita ha assistito sua mamma nei tanti ricoveri ospedalieri, e ha pure accudito i suoi fratelli poiché Rita non era stata in grado farlo. Tuttavia è sempre stata una donna attiva e felice, che si accontentava di poco, una donna di spessore e una mamma fantastica”.