Maggio Musicale: concerto-spettacolo per Giacomo Puccini nel giorno del centenario della morte
FIRENZE – Venerdì 29 novembre alle 20, nel giorno del centenario della morte di Giacomo Puccini, avvenuta a Bruxelles il 29 novembre del 1924, il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino rende omaggio al sommo compositore con “Puccini racconta Puccini”, un concerto-spettacolo diretto da Francesco Lanzillotta, alla guida dell’Orchestra e del Coro del Maggio; la voce narrante, che leggerà estratti dalle lettere, è quella del baritono Alfonso Antoniozzi; la drammaturgia è curata dal musicologo Alberto Mattioli. Orchestra e coro proporranno, ovviamente, musiche di Puccini, estratte da lavori giovanili che non è usuale ascoltare (a parte in quest’anno del centenario, in cui è stato probabilmente eseguito tutto l’eseguibile) e da opere famose.
Si apre con Crisantemi, brano giovanile che, come raccontato dal compositore stesso in una lettera del febbraio 1890 al fratello minore Michele, Puccini scrisse “in una notte, per la morte di Amedeo d’Aosta”, avvenuta il 18 gennaio precedente. Si continua con il Preludio a orchestra in mi minore, completato nell’agosto del 1876 a Lucca e riscoperto negli anni settanta del XX secolo. Il Preludio sinfonico in la maggiore, che segue, fu composto nell’estate del 1882 come saggio al Conservatorio di Milano e sempre al Conservatorio fu eseguito per la prima volta il 15 luglio dello stesso anno.
Il programma continua con il Capriccio sinfonico, eseguito per la prima volta dall’Orchestra del Conservatorio di Milano nel luglio 1883: non solo ebbe un gran successo di pubblico e di critica, ma “rivelò” Puccini alla Milano intellettuale, colta e scapigliata. Il grande successo del Capriccio fu una delle ragioni per cui fu organizzata un’esecuzione privata delle Willis, che nel volgere di breve tempo diventerà Le Villi, opera-ballo in due atti su libretto di Ferdinando Fontana, composta nel secondo semestre del 1883 e rappresentata per la prima volta il 31 maggio 1884 al Teatro dal Verme di Milano e da cui è preso l’estratto che segue nel programma del concerto al Maggio, ossia Tregenda.
Giulio Ricordi commissionò a Puccini una seconda opera e la scelta ricadde su Edgar, su libretto del poeta scapigliato Ferdinando Fontana e liberamente ispirato al dramma in versi di Alfred de Musset La coupe et les lèvres: la composizione durò ben quattro anni e il nuovo lavoro vide la luce nell’aprile del 1889 alla Scala di Milano. Proprio da Edgar è estratto il Preludio del III atto, che precede in cartellone due fra i più celebri estratti da altrettante delle opere più famose del catalogo pucciniano: prima l’Intermezzo del III atto della Manon Lescaut, ispirata al romanzo dell’abate Antoine François Prévost Storia del cavaliere Des Grieux e di Manon Lescaut e composta fra l’estate del 1889 e l’ottobre del 1892; poi il celeberrimo Coro a bocca chiusa, tratto dal II atto di Madama Butterfly.
L’Intermezzo di Suor Angelica, la seconda opera del Trittico pucciniano, precede il pezzo conclusivo del concerto, ossia l’Inno a Roma. Questo fu composto da Puccini soltanto nella versione per canto e piano fra mille dubbi e fatiche; addirittura il compositore stesso confessò all’amico Guido Vandini: “Sto impazzendo a fare l’Inno a Roma!”. Nonostante questo la prima esecuzione ebbe luogo allo stadio Nazionale di Roma nel giugno 1919, alla presenza di Umberto, principe di Piemonte, e delle sue sorelle Jolanda e Mafalda, dove ottenne un grandissimo successo.
Così Alberto Mattioli presenta il suo lavoro nelle note di sala: «Per raccontare Puccini è forse meglio lasciare la parola a lui e ai suoi contemporanei, creando una drammaturgia immaginaria ma basata su fatti e parole “veri” dove, davvero, Puccini racconta Puccini. Già, ma quale Puccini? La sua vita privata e soprattutto sentimentale viene scandagliata con una passione che va dall’acribia accademica degli studiosi all’accanimento gossipparo di chi cerca sempre nuovi amori del tenero Giacomo. Indispensabile, certo, perché l’uomo e l’artista sono inscindibili. E tuttavia per questa occasione inevitabilmente celebrativa ma, si spera, non retorica, si è tentata invece la strada di un ritratto artistico che, com’è ovvio, non è e non potrà mai essere completo, perché la grandezza dell’arte pucciniana sarà sempre maggiore della nostra capacità di raccontarla (e talora, come si vedrà, anche di capirla). Ma si è almeno cercato di ricostruire la parabola creativa di un compositore, alla fine, sempre così inquieto e così insoddisfatto di sé, partendo dai primi tentativi e fermandoci alle soglie dell’incompiuta (ma incompiuta, in realtà, perché il suo rebus drammaturgico era davvero insolubile) Turandot terminale. Evitando l’agiografia, e anzi dando anche conto di dubbi, ripensamenti, critiche, giudizi ingenerosi altrui ma anche propri; e cercando di evidenziare, magari, anche qualche aspetto meno noto, come il giovanile ma accanito wagnerismo di Puccini».
GIACOMO PUCCINI
Crisantemi
Preludio a orchestra
Preludio sinfonico
Capriccio sinfonico
Preludio a orchestra
Da Le Villi: Tregenda
Da Edgar: Preludio atto III
Da Manon Lescaut: Intermezzo atto III
Da Madama Butterfly: Coro a bocca chiusa
Da Suor Angelica: Intermezzo
Inno a Roma per coro e orchestra
Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino – Direttore Francesco Lanzillotta – Maestro del Coro Lorenzo Fratini – Alfonso Antoniozzi, voce narrante come Giacomo Puccini – Alberto Mattioli, drammaturgia
Biglietti: solo ascolto: 10€ (in vendita solo in biglietteria prima dello spettacolo) Visibilità limitata: 15€ Galleria: 20€ Palchi: 30€ Platea 4: 40€ Platea 3: 50€ Platea 2: 60€ Platea 1: 70€, in vendita anche direttamente sul sito del teatro
Durata complessiva 1 ora e 30 minuti circa
Francesco Lanzillotta sarà poi sul podio per il dittico Mavra / Gianni Schicchi in programma, sempre in Sala Grande, dal 15 al 22 dicembre.