Arno, 4 novembre 2025: conferenza internazionale sulla riduzione dei rischi dalle alluvioni

Sarà ricordata l’alluvione dell’Arno del 1966, nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio il 4 novembre 2025, ossia “l’International Conference on Water-related Risks Reduction”, ossia tappa di lancio del primo “Forum euromediterraneo sull’acqua”, con 43 stati europei, dei Balcani e mediterranei, che si svolgerà a Roma nell’ottobre del 2026 sui vari aspetti delle emergenze poste dalla crisi climatica nell’area nella quale il riscaldamento atmosferico sta aumentando del 20% più della media globale. Saranno presentati scenari e valutazioni per attivare per attivare modelli di prevenzioni con interventi strutturali e non strutturali e possibili soluzioni di opere urbane di “città spugna” per la massima sicurezza oggi possibile.
Alla conferenza interverranno, fra gli altri, il ministro Gilberto Pichetto Fratin, il capo della Protezione civile nazionale, Fabio Ciciliano, il presidente dell’Istituto mediterraneo dell’acqua, Alain Meyssonnier, il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, e la sindaca Sara Funaro. Previsti anche un passaggio nella Basilica di Santa Croce e il lancio di una corona in Arno, dal Ponte alle Grazie, in memoria delle vittime del 1966, e il proseguimento pomeridiano nella sede dell’Autorità di bacino.
L’evento è stato presentato stamani, 30 ottobre 2025, nella sede dell’Autorità distrettuale di bacino dell’Appennino Settentrionale, dal segretario generale, Gaia Checcucci, e dal presidente della Fondazione “Earth water agenda”, Erasmo D’Angelis.

“Si tratta – ha detto Gaia Checcucci – di un’iniziativa che ci permette di condividere esperienza e capacità nella pianificazione di bacino, sempre più capillare e tarata sugli effetti dei cambiamenti climatici. Per noi Autorità di distretto è una straordinaria opportunità per fare il punto sulla situazione, ma soprattutto per scambiare, con attori istituzionali di tutto il bacino Mediterraneo best practics in tema di digitalizzazioni e Geo catalogazione dei dati territoriali che ci hanno condotto ad avere uno strumento avanzato di supporto, sia nell’attività specialistica che di utilità per tutti”.
Riguardo all’attualità, Gaia Checcucci ha insistito “sulla situazione attuale: cioè quello che abbiamo fatto e che stiamo facendo, tutti insieme, anche con le Autorità dei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo. L’impegno è, come detto, mettere insieme una mappa del rischio, in pratica una fotografia del territorio sempre più aggiornata, capace di stratificare tutte le informazioni nel momento in cui è necessario prendere decisioni che riguardano il territorio e le persone: anche attraverso i piani di protezione civile. Che non sono adempimenti formali, ma strumenti determinanti per limitare vittime e danni”.
Erasmo D’Angelis ha sottolineato come “le nuove precipitazioni atmosferiche ci colpiscono con alluvioni lampo, cicloni extratropicali e uragani mai visti. Se fino al secolo abbiamo subìto cinque grandi eventi alluvionali, in media ogni dieci anni con effetti distruttivi, tipologia alluvione di Firenze del 4 novembre 1966, dal Duemila i fenomeni meteo estremi si ripetono con frequenze inedite di circa un centinaio di alluvioni all’anno. Conseguenze: vittime e danni per 4 miliardi all’anno. E’ l’ora della prevenzione strutturale. Abbiamo tecniche e tecnologie per difenderci. I fattori decisivi sono tempo e velocità”.
Nel pomeriggio del 4 novembre 2025, l’attenzione si sposterà nella sede dell’Autorità distrettuale dell’Appennino Settentrionale, Palazzo Montauti Niccolini, in via de’ Servi, 15, sempre a Firenze, per il workshop sulla “riduzione dei rischi idrici”.
