Maggio Musicale: va in scena «Lucrezia Borgia» di Donizetti

FIRENZE – Debutta domenica 9 novembre 2025 alle 17 al Teatro del Maggio Lucrezia Borgia di Gaetano Donizetti, tratta dall’omonima tragedia di Victor Hugo. Sul podio dell’Orchestra e del Coro del Maggio c’è Giampaolo Bisanti, che ha lavorato spesso con la protagonista, la regina del Belcanto Jessica Pratt, al suo debutto nel ruolo. Mirco Palazzi interpreta Alfonso I d’Este; René Barbera, per la prima volta al Maggio, interpreta Gennaro; Laura Verrecchia è Maffio Orsini e Daniele Falcone è Jeppo Liverotto. Don Apostolo Gazella è interpretato da Gonzalo Godoy Sepúlveda; Davide Sodini veste i panni di Ascanio Petrucci; Yaozhou Hou è Oloferno Vitellozzo; Mattia Denti è Gubetta e Antonio Mandrillo è Rustighello. Chiudono il cast, rispettivamente nei panni di Astolfo e di Un corriere, Huigang Liu e Dielli Hoxha; Maestro del Coro Lorenzo Fratini.
La regia è di Andrea Bernard; scene di Alberto Beltrame; costumi di Elena Beccaro e luci di Marco Alba.
Lucrezia Borgia, opera in un prologo e due atti, debuttò al Teatro alla Scala il 26 dicembre 1833. Era stato Donizetti a proporre a Felice Romani di ricavare un libretto dal dramma di Hugo. Lucrezia, donna spietata nella gestione del potere e pronta a eliminare ogni nemico, ritrova il figlio segreto Gennaro, avuto da un amante e che ha dovuto abbandonare in tenera età. Il giovane, ignaro, è attratto dalla nobildonna che gli si presenta mascherata, fino a quando gli amici ne rivelano l’identità oltraggiandola pubblicamente. Da quel momento si innesca una serie di eventi drammatici che porteranno all’avvelenamento della brigata di amici di Gennaro, lui compreso. Solo alla fine dell’opera, nel corso di un duetto pieno di pathos, il giovane scoprirà di essere il figlio della tanto odiata Lucrezia. La Lucrezia Borgia di Donizetti-Romani, ma già di Hugo, è una donna complessa, spietata con i nemici ma amorevole col figlio segreto, quasi alla ricerca della maternità perduta.
Il ruolo, da soprano drammatico d’agilità, richiede giustappunto un’interprete dotata di grande maestria e duttilità vocale supportata da forte personalità drammatica. Dopo la prova superba offerta con Norma nella scorsa stagione, che pure debuttava, Jessica Pratt fa sperare di essere una Lucrezia memorabile.
Nel XX secolo l’opera è apparsa solo due volte al Maggio (che ha peraltro dato un contributo essenziale alla sua riscoperta): il 24, 26 e 29 aprile 1933, al primo festival, con Gino Marinuzzi come direttore, Tancredi Pasero; Don Alfonso, Giannina Arangi Lombardi; Lucrezia Borgia, Beniamino Gigli; Gennaro, Gianna Pederzini; Maffio Orsini, Guido Salvini, regia, Mario Sironi, scene e costumi; e 13, 17, 20, 25 febbraio, 1 e 4 marzo 1979, con Gabriele Ferro, direttore, Bonaldo Giaiotti Don Alfonso; Katia Ricciarelli / Leyla Gencer Lucrezia Borgia; Alfredo Kraus Gennaro; Elena Zilio Maffio Orsini; Giancarlo Sepe, regia, Raffaele Del Savio, scene.
La versione offerta dal 9 al 16 novembre al Maggio è integrale e attinge anche alle appendici dell’edizione critica del 2019, ossia, come spiega il maestro Bisanti: “verrà messo in scena uno spettacolo che include tutte le modifiche e le correzioni che Donizetti fece nel corso del tempo, nonché i tre finali alternativi dell’opera. Durante il prologo eseguiremo l’aria Com’è bello di Lucrezia e poi ‘attacchiamo’ la celebre cabaletta Si voli il primo a cogliere, che dunque si lega alla versione dell’opera del 1840, quella di Parigi. Nel finale del II atto, invece, faremo la versione di Londra (del 1839) la quale prevede la romanza di Gennaro Madre, se ognor lontano. Lucrezia è un’opera che musicalmente sperimentò molto quello che poi si sentirà nei decenni successivi, nonostante l’ostracismo della critica di allora che sottolineò l’assenza di arie soliste al suo interno. Parlando dell’aspetto narrativo, si può apprezzare il lavoro notevole fatto da Donizetti e da Felice Romani: Lucrezia è infatti una donna ambiziosa e truce, ma ciò che comunque traspare è l’amore che essa ha nei confronti del figlio nel corso dello sviluppo della vicenda. Un altro aspetto importante è senz’altro la dicotomia tragico-comica che pervade la storia; una dicotomia che risalta nella scena del brindisi o in quelle con protagonista Maffio Orsini, il personaggio en travesti dell’opera.
Martedì 4 alle 16.30 nel Foyer della Sala Grande Piero Mioli presenta l’opera al pubblico; ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili.
Biglietti: Solo ascolto: 10€ – Visibilità limitata: 15€ – Galleria: 35€ Palchi: 45€ Platea 4: 65€ – Platea 3: 75€ – Platea 2: 90€ – Platea 1 (Repliche): 110€ Platea 1 (Prima recita): 130€ in vendita anche direttamente sul sito del Maggio
Solo tre le repliche, martedì 11 e giovedì 14 novembre alle 20 e domenica 16 alle 15.30.
