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Patto di stabilità, Renzi contro Renzi (VIDEO)

FIRENZE – Che cosa pensa Matteo Renzi del patto di stabilità europeo? Difficile conoscere la sua opinione visto che nel giro di un anno ha cambiato idea in merito almeno tre volte, modificando il proprio atteggiamento secondo l’opportunità del momento: da sindaco la pensava in un modo, da aspirante premier in un altro, da “sindaco d’Italia” in un altro ancora.

 

 

Le parole di Renzi riportate dalla Nazione del 27 aprile 2012
Le parole di Renzi riportate dalla Nazione del 27 aprile 2012

 

 

La discussione è furiosa da mesi fra le forze politiche. Il patto di stabilità serve a evitare che la spesa pubblica salga alle stelle oppure è un freno allo sviluppo? Il 26 aprile 2012 Renzi non aveva dubbi: “Sono pronto a violarlo pur in presenza di alcuni gravi rischi per le conseguenze“, diceva un anno fa il sindaco di Firenze, parlando di “un vero patto di stupidità“. E Renzi non si ferma alle enunciazioni, visto che in uno degli innumerevoli rimpasti di giunta, poco dopo, sceglie l’assessore Alessandro Petretto, economista, proprio con il compito di portare Palazzo Vecchio fuori da tali parametri. Obiettivo che Petretto in realtà ha sempre cercato di smussare, generalizzando la questione.

 

 

 

 

Qualche mese dopo, nel novembre 2012, Renzi – dismessi i panni da sindaco anche se ufficialmente in carica – si lancia nella corsa delle primarie del centrosinistra. L’abbraccio con l’economista Pietro Ichino (che ha sempre indicato una serie di forti misure per rispettare il patto non per aggirarlo) gli fa cambiare posizione: non più “Patto di stupidità” ma accordo internazionale immodificabile. Nel famoso confronto tv su Sky con gli aspiranti premier del centrosinistra alla domanda del giornalista se il patto di stabilità si sarebbe potuto modificare, Renzi rispondeva: “Anche solo dirlo significa fare un danno all’Italia”.

Ieri, di nuovo un cambio di passo. Renzi questa volta prova a farsi identificare dai media come il “sindaco d’Italia” che si preoccupa delle cose concrete non dei giochi da azzeccagarbugli che si stanno svolgendo in Parlamento. “Uno studio direi ottimistico parla di 300 mila posti di lavoro a rischio, nei prossimi sei mesi, se le pubbliche amministrazioni non sbloccheranno i propri debiti”, tuona Renzi dopo un sopralluogo ai cantieri in città aggiungendo che “a Firenze la situazione è meno drammatica che da altre parti ma che in tutto il Paese abbiamo 20mila cantieri bloccati solo come Comuni, per un totale di 9 miliardi di euro fermi“. Secondo Renzi, “in questo momento in cui le aziende non hanno liquidità, in cui le cose non vanno come dovrebbero, è davvero allucinante pensare che il patto di stabilità interno, una normativa interna, blocchi così tanti lavori, che vuol dire bloccare così tante aziende, e mettere a rischio così il posto di lavoro di tante persone“.

Come se non bastasse, nel giorno dell’insediamento a Palazzo Madama, i senatori democratici di stretta osservanza renziana per la prima volta sono usciti allo scoperto ufficialmente come corrente interna chiedendo al governo proprio di “mettere in deroga il patto di stabilità”. L’esatto opposto di quello che Matteo Renzi diceva agli italiani il 12 novembre 2012.

 

 

Il documento dei senatori renziani
Il documento dei senatori renziani

matteo renzi, pd

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