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La pista dell'aeroporto Vespucci a Firenze

Firenze, Pista di Peretola: Regione fuorigioco. Deciderà Renzi

Aeroporto "Amerigo Vespucci" di Firenze Peretola
Aeroporto “Amerigo Vespucci” di Firenze Peretola

FIRENZE – Sulla pista di Peretola, la Regione Toscana, presto, non avrà più potere. Cadranno quindi i veti incrociati ad allungarla posti dai sindaci della Piana fiorentina e da quei gruppi rappresentati in Consiglio regionale che, pur sostenendo la giunta del governatore, Enrico Rossi, sono sempre stati contrari al potenziamento dell’aeroporto di Firenze.

RIGGIO – L’aveva già detto, qualche mese fa,  Vito Riggio, presidente dell’Enac, che la scelta di  portare la pista fino a 2.400 metri – per motivi di sicurezza e per far atterrare e decollare aerei più grandi – sarebbe passata attraverso un pronunciamento statale, visto che nel piano nazionale degli aeroporti lo scalo di Firenze (insieme al Galilei di Pisa) figura fra i dieci d’interesse strategico. Ma ora la bozza di  riforma del titolo V della Costituzione chiude ogni discussione:  le scelte su opere d’importanza primaria come, appunto, gli aeroporti, tornano di esclusiva competenza statale. E’ vero che si tratta di una riforma costituzionale che  richiede la doppia lettura, ma è altrettanto vero che Matteo Renzi la considera irrinunciabile, al pari di quelle del Senato e delle Province.

EURNEKIAN – Presumibilmente, l’approvazione in Parlamento avverrà  dopo le elezioni europee di maggio, secondo un calendario che il premier pretende sia rispettato in ogni dettaglio. Significa che  Enac e ministero dei trasporti potranno decidere di approvare la proposta di Adf, la società che gestisce l’aeroporto di Peretola, che prevede non solo l’allungamento della pista ma anche un salto di qualità dell’intera aerostazione, cosa che sta particolarmente a cuore al nuovo azionista di maggioranza, il magnate armeno-argentino  Eduardo Eurnekian. Che sta diventando maggiore azionista anche del Galilei di Pisa. In sostanza è lui che farà la fusione fra i due scali toscani, caldeggiata da Enac e dal ministero dei trasporti, finora non ben vista dalle organizzazioni del turismo e del commercio di Pisa, timorose di veder bloccare la crescita del loro aeroporto  a vantaggio di quello fiorentino.

STORIA – In effetti, sono più di 40 anni che la voglia di volare di Firenze viene frenata. All’alba degli anni Settanta, il ministero dei trasporti aveva deciso di costruire un nuovo aeroporto a San Giorgio a Colonica, in territorio pratese. Ma la nascente Regione Toscana si oppose (si dice anche sollecitata dagli imprenditori edili che avevano già programmato di costruire su tutta l’area)  e Roma decise di stornare i fondi previsti per la Toscana sull’aeroporto napoletano di Capodichino. Oggi,  attraverso la riforma del Titolo V, il ministero potrebbe ridare a Firenze quella struttura aeroportuale almeno decente, che spetta a una città capace di accogliere oltre 10 milioni di turisti l’anno.

REGIONE – Domanda: che cosa accadrà ora del lavoro fatto in Regione dal febbraio 2011 in poi, quando il governatore, Enrico Rossi, rilanciò l’ipotesi di potenziare Peretola?  Le commissioni trasporti, urbanistica e ambiente del Consiglio regionale hanno fatto decine di audizioni e si sono trovate al centro di polemiche roventi, soprattutto portate avanti da Pisa e dai comuni della Piana Fiorentina. Per  non mandare in archivio, come carta  inutile, tutti i fascicoli, il Consiglio regionale avrebbe una possibilità: correre contro il tempo e approvare il Pit  (Piano d’indirizzo territoriale) prima della riforma del Titolo V. Operazione  possibile solo teoricamente. Perché i consiglieri regionali renziani potrebbero verosimilmente trasformarsi in efficiente genio guastatori.

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Sandro Bennucci

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