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Fisco, il Ministro Padoan frena Renzi: le tasse si riducono solo tagliando la spesa

Il ministro Padoan
Il ministro Padoan

I prossimi passi del governo saranno «sostegno alle imprese e alle famiglie sulle tasse sulla casa: “vogliamo tornare ad aiutare le imprese soprattutto quelle del Sud, attraverso agevolazioni fiscali mirate per il Mezzogiorno”. Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan parla al Meeting di Cl e traccia il percorso per rilanciare l’economia italiana. Perché un aumento del Pil dello «zero virgola» non è sufficiente, visto che «sono 20 anni che non abbiamo tassi di crescita degni della nostra ricchezza».

TASSE – La «riduzione tasse deve andare di pari passo con la riduzione della spesa», ha ribadito il ministro e ha sottolineato che gli interventi del Governo sul fronte fiscale vanno inquadrati complessivamente «in un programma 2014-2018 che prevede tagli di tasse in diverse aree che vanno viste nel loro insieme: c’è una sequenza, e c’è una cifra complessiva. Si è cominciato dagli 80 euro, una questione di equità sociale. Poi tasse le tasse sul lavoro, dall’Irap al sostegno alle assunzioni, per far crescere occupazione e aiutare le imprese a assumere».

RIFORME – Le riforme però vanno fatte in modo graduale, con un «orizzonte temporale di medio termine» come una legislatura, spiega Padoan. Sarebbe «bello» poter tagliare 50 miliardi di tasse subito, ma «il principio della nostra filosofia» è che la riduzione del fisco deve essere «credibile». L’unica soluzione è agire attraverso la spending review, «abbattendo le spese. Se le esigenze diminuiscono c’è uno spazio credibile per la riduzione delle tasse». È la via per guadagnare più fiducia, soprattutto in Europa: I risultati, dice Padoan, saranno «un impatto più efficace ed una finanza pubblica più sostenibile. Altrimenti il Paese non è credibile, e questo comporterebbe la risposta negativa di due soggetti: i mercati che sul debito ci farebbero pagare tassi più alti e le istituzioni che non ci concederebbero margini di flessibilità perchè non si fidano». In una «legge di Stabilità», avverte il ministro, «tutto deve tornare, e non è semplice farlo».

CASA – Sull’abolizione delle imposte sulla casa, uno dei capitoli più spinosi, infatti, è già bagarre. Mentre anche per il ministro dei Trasporti Graziano Delrio «la promessa del premier di togliere dal prossimo anno Imu e Tasi per tutti si può mantenere», la minoranza Pd chiede di escludere dallo sconto almeno gli immobili di maggior pregio e i più ricchi.

UNIONE EUROPEA – L’ostacolo più insidioso per Renzi però è un altro: la Commissione europea. Bruxelles è contraria all’abolizione di quella tassa, e senza il suo assenso Renzi rischia di non ottenere la flessibilità di cui ha assoluto bisogno. Nei piani del premier c’è una manovra da 25 miliardi di euro, solo dieci dei quali saranno coperti con tagli alla spesa. La strategia del governo passa da Bruxelles: il premier spera di ottenere dall’Ue spazio per 16 miliardi. Se per flessibilità si intende deficit, però, non dobbiamo dimenticare che al di là dei vincoli dell’Ue il nostro vincolo principale è un altro: l’enorme debito pubblico che si può ridurre soltanto con una combinazione di crescita sostenuta e disciplina di bilancio».

CINA – Il ministro fa riferimento anche il quadro economico internazionale alla luce della situazione cinese. Il clima economico globale si è sicuramente intiepidito: la Cina cresce a ritmi meno sostenuti del passato, e tutti gli altri paesi del club dei BRIC – cioè Brasile Russia e India, oltre alla Cina – hanno problemi domestici», ha quindi sottolineato Padoan. «La Cina è un segnale per l’Europa, è una lezione che l’Europa non può permettersi di ignorare», ha continuato. «Una lezione che mi sta molto a cuore: l’Europa deve sì poter contare sulla crescita dei grandi Paesi emergenti ma deve soprattutto contrare su stessa». Deve «crescere di più e creare più lavoro».

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