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Il presidente di Unioncamere Toscana Vasco Galgani

Galgani: contesto economico ancora molto difficile

Il presidente di Unioncamere Toscana Vasco Galgani
Il presidente di Unioncamere Toscana Vasco Galgani

FIRENZE – Il perdurare della recessione e la prospettiva che la stessa si prolunghi per buona parte del 2013 continuano a frenare la ripresa della domanda di lavoro da parte delle imprese che, in Italia, per il primo trimestre del 2013 è prevista pressoché invariata rispetto all’ultimo trimestre del 2012. Lo sottolinea  il rapporto Excelsior relativo al primo trimestre 2013. per Firenze e la Toscana.

I programmi occupazionali delle imprese toscane si inseriscono in un contesto economico ancora difficile, che spesso costringe le aziende a rivedere al ribasso il numero dei dipendenti o comunque delle risorse umane. Si vede chiaramente dall’ampio ricorso alla cassa integrazione guadagni, in crescita del 21,5% nel trimestre settembre-novembre 2012 rispetto al 2011″, ha detto stamani Vasco Galgani, presidente di Unioncamere Toscana, commentando il rapporto.

“In questo momento, il tema portante resta quello della qualificazione del capitale umano – aggiunge Galgani – per cui, come Unioncamere Toscana, puntiamo ancora su formazione e aggiornamento, specialmente dei giovani e delle donne, i più penalizzati dalla crisi. Non e’ un caso che sia in aumento la quota di laureati e diplomati richiesti dalle imprese e conti sempre di piu’ l’esperienza accumulata. Certo, non farebbero male incentivi alle imprese che assumono, per ovviare al problema dei falsi lavoratori autonomi, spesso celati dietro collaborazioni e incarichi a professionisti, che secondo la nostra indagine aumenteranno nei primi tre mesi dell’anno”.

Secondo quanto emerso dall’indagine Excelsior nel primo trimestre 2013 in Toscana verranno assunti circa 9.110 lavoratori dipendenti, circa il 60% del totale dei 15.000 nuovi posti, a cui si aggiungeranno circa 2.200 contratti in somministrazione (i cosiddetti “interinali”), pari al 15% del totale, poco più di 1.800 contratti di collaborazione a progetto (il 12%) e 1.900 contratti relativi ad altre modalità di lavoro indipendente (il 13%).

I lavoratori dipendenti si concentreranno per il 71% nel settore dei servizi e per il 64% nelle imprese con meno di 50 dipendenti, nel 62% dei casi i neoassunti saranno in possesso di un’esperienza lavorativa nella professione o almeno nello stesso settore, il 26% avranno meno di 30 anni e in ben 15 casi su 100 le imprese prevedono di avere difficolta’ a trovare i profili desiderati.

L’inserimento di 15mila nuovi lavoratori, sia subordinati sia autonomi, si svolgerà però a fronte di circa 15.100 uscite dovute a scadenza di contratti, pensionamento o altri motivi, da cui deriva un saldo negativo pari a circa 100 unità. Molto penalizzato il lavoro dipendente, dove verranno persi circa 5.200 posti.

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