
Viola ok, ma quanta sofferenza: decide Larrondo
FIRENZE – La Fiorentina torna a vincere (2-1 sul Chievo) ed è di nuovo sesta in classifica da sola, ma lo fa con troppa sofferenza. Prima della zuccata vincente di Larrondo – uomo del giorno non solo perché al primo gol con la maglia viola – oggi ha avuto il torto di tenere sempre in partita un avversario non certo trascendentale e da tempo in crisi di risultati.
E dire che le cose si erano messe subito bene. Neanche tre minuti ed era arrivato subito il vantaggio. Grazie alla magistrale punizione di Pasqual, a suggello di una delle migliori stagioni per il capitano da quando è a Firenze . Ma la colpa maggiore degli uomini di Montella, in questo periodo, è quella di non concretizzare le occcasioni. Stavolta sono stati Ljajic, Borja Valero e Jovetic a fare cilecca a due passi da Puggioni quando il gol avrebbe significato il 2-0 e la chiusura anticipata del match.
Soprattutto il montenegrino continua a non determinare: nel girone di ritorno è stato decisivo solo contro l’Inter. Così come contro la Juve, Montella lo ha richiamato in panchina molto prima del novantesimo: lui non ha battuto ciglio ma certo non deve aver gradito. Avanti così e le possibilità che resti a Firenze si assotigliano sempre più.
Montella, d’altra parte, sta vivendo forse il momento più complicato da quando è sbarcato a Firenze e non puà certo pensare alle questioni personali. Privo di Cuadrado, ieri ha inizialmente optato per il “tridentone” Toni-Ljajic-Jovetic salvo poi cambiare tutto nell’intervallo inserendo Romulo per tornare al 3-5-2 ripudiato da un paio di partite e dopo un altro quarto d’ora, visto che perdurava l’1-1 con cui si era chiusa la prima frazione, giocarsi anche la carta Larrondo. Ed è stata la mossa vincente. Non solo perchè l’argentino – in mischia – ha trovato la zampata decisiva, ma anche in quanto con le due torri in campo, il Chievo è stato finalmente schiacchiato nella propria area di rigore: poco prima Toni aveva colpito in pieno il palo con lo stesso argentino che sulla ribattuta aveva già avuto la palla del 2-1.
Il ritorno alla vittoria non deve però far dimenticare i problemi palesati dalla squadra, non solo sotto porta. Ad esempio i flop di Viviano e Aquilani, entrambi a questo punto entrambi ex nazionali. Se il “piattone” con cui Cofie ha trovato il pareggio a metà primo tempo non è parso infatti irresistibile, il Principino invece ha giocato con troppa sufficienza commettendo molti errori. Anche per lui il top della condizione sembra lontano anni luce: il fatto che domenica prossima a Roma con la Lazio – in una sorta di spareggio in chiave Europa League – non ci sarà perchè squalificato, potrebbe anche consentire di provare qualche nuova soluzione a centrocampo come l’impiego di Sissoko, che fin qui si è visto pochissimo. E la discreta prova dell’esordiente Commper, oltre ovviamente all’incornata vincente di Larrondo, dimostrano che forse per lo sprint decisivo, la squadra ha effettivamente bisogno di forze fresche.
Fotoservizio: Riccardo Sanesi