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Enrico Rossi rinuncia allo stipendio per protesta

Cassintegrati e alluvionati senza assegno. Rossi rinuncia allo stipendio

Il post di Enrico Rossi su Facebook
Il post di Enrico Rossi su Facebook

FIRENZE – Post a sorpresa del presidente della Regione, Enrico Rossi, su Facebook, dove annuncia la decisione di rinunciare al proprio stipendio finchè l’emergenza sociale in Toscana non sarà risolta. 

“Oggi ho preso una decisione: rinuncio a ritirare il mio stipendio finché non sarò in grado di indennizzare le imprese danneggiate dall’alluvione e di dare certezze alle migliaia di lavoratori in Cassa integrazione in deroga per tutto il 2013“, ha scritto il presidente della Regione.

“Non si può andare avanti così”, sottolinea il presidente. “L’assenza di un governo e i ritardi della burocrazia hanno gettato nella disperazione decine di migliaia di famiglie in Toscana. Due casi fra tutti mi sembrano emblematici. In Toscana 12.500 cassaintegrati sono disperati perché senza alcuna entrata da almeno 4 mesi. Di questi ben 2.500 da settembre non hanno ricevuto neppure un euro. Anche se qualcosa si sta muovendo, rimane ancora aperta la questione del completamento del pagamento del 2012 e la copertura degli ammortizzatori in deroga per tutto il 2013, perché le risorse stanziate sono assolutamente insufficienti.E poi, ancora oggi, a più di tre mesi dall’alluvione che ha colpito la Toscana nel 2012, ben 844 imprese e oltre 2.500 famiglie non hanno avuto alcun contributo dallo Stato per far fronte ai danni subiti. Le uniche risorse sono state quelle della Regione. Il governo non ha ancora trasferito i soldi stanziati dal Parlamento (250 milioni per tutte le regioni, di cui 110 destinati alla Toscana) perché manca la firma del Presidente del consiglio sul decreto. In più non è chiaro se sarà possibile destinare, come più volte ho richiesto e sollecitato, il 25% di queste risorse per indennizzare le imprese e le famiglie colpite”.

“La nostra – sono sempre parole del presidente – sarà una battaglia contro l’indifferenza di uno Stato che non riesce ad essere vicino e sensibile alla gente che soffre. Avevamo anche chiesto il rinvio del pagamento delle tasse per le famiglie e le imprese alluvionate, ma questa richiesta non è stata accolta”.

“Voglio con questo gesto – conclude il presidente – sollecitare la burocrazia ministeriale e il governo ad impegnarsi per sbloccare i finanziamenti dovuti e, soprattutto, voglio stare ancor più vicino ai cittadini in difficoltà. La situazione è difficilissima. Se riusciremo ad uscirne sarà tutti insieme. E noi ci batteremo con tutte le nostre forze”.

Ma il gesto simbolico della rinuncia allo stipendio non frena le polemiche nel suo partito. Nel mirino le ultime decisioni sul rimpasto di giunta. Le elezioni politiche hanno portato l’assessore Riccardo Nencini e Cristina Scaletti in Parlamento, sostituiti dall’ex capogruppo Pd in consiglio regionale Vittorio Bugli (al suo posto Marco Ruggeri) e Vincenzo Ceccarelli. In virtù di tali modifiche nel Parlamentino toscano entra in aula Vanessa Boretti (il primo dei non eletti Diego Ciulli ha rinunciato preferendo il proprio posto di lavoro a Google).

Il rimpasto ha scontentato soprattutto i senesi che avevano fatto pressioni affinchè restasse in giunta Luca Ceccobao. Nella direzione locale del partito è stato votato un dcoumento “per sottolineare il dissenso dei democratici senesi sul rimpasto della giunta regionale che ha escluso Luca Ceccobao dall’organo di governo guidato da Enrico Rossi. Prima di tutto per Ceccobao si e’ trovato a dover interrompere un lavoro importante per le infrastrutture della nostra regione. In secondo luogo Siena si trova improvvisamente priva di una rappresentanza nella giunta regionale, in una delle fase piu’ difficili della sua storia. Accanto al danno dal punto di vista amministrativo, dunque, c’e’ anche un risvolto politico di grande rilevanza”.

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