
Da Boldini a De Pisis. Una mostra per Ferrara

FIRENZE – Dopo il sisma che ha colpito, nel maggio 2012, l’Emilia Romagna e i suoi monumenti, Firenze ha accolto alcune delle opere che fanno parte della collezione di Palazzo Massari a Ferrara, sede delle collezioni del Museo d’Arte Moderna e Contemporanea Filippo de Pisis e delle collezioni dell’Ottocento. Dopo una prima mostra a Palazzo Diamanti, le opere, altrimenti destinate ad essere collocate nei depositi ferraresi sono ora ospitate, fino al 19 maggio 2013, alla Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti e gli spazi di Villa Bardini.
Un gesto di accoglienza a cui Firenze non poteva sottrarsi e con il quale si viene a costruire un percorso nella pittura ferrarese, dalla fine dell’ Ottocento ai primi decenni del Novecento. Si parte da villa Bardini, con un nucleo di ben 26 opere, tra le quali dipinti di Giovanni Boldini, Previati e De Pisis e si prosegue con le 35 esposte presso la Galleria d’arte moderna insieme insiem ad altre opere che fanno parte della collezione fiorentina ed esposte in questa occasione.
Giovanni Boldini è indubbiamente uno degli artisti ferrareresi più noti. Era nato a Ferrara nel 1842 ma, ancora giovanissimo, ebbe contatti con l’ambiente dei macchiaioli, nel corso di un suo soggiorno a Firenze, prima di recarsi a Parigi dove, in breve tempo, si affermò nella società parigina come ritrattista dell’alta società internazionale. In mostra i suoi ritratti di nobildonne, artisti e aristocratici e due straordinarie nature morte.
Tra le opere degli artisti ferrareresi, tra Otto e Novecento, anche Gaetano Previati. Frequentatore dell’ambiente fiorentino nei primi anni della sua formazione, dopo l’adesione ad un’estetica tardoromantica si orientò verso una pittura simbolista di stampo più europeo. In mostra uno dei suoi maggiori capolavori, Paolo e Francesca del 1909.
Come recita il titolo della mostra non mancano le opere dell’altro illustre ferrarese Filippo dei Pisis. Amico di De Chirico, Savino e Carrà, ebbe contatti a Parigi con il dadaista Tristan Tzara e in seguito all’incontro con la pittura impressionista e ai fauves creò uno stile denso di lirismo costruito con veloci pennellate e ricco di risonanze metafisiche.
In mostra anche opere dei ferraeresi Achille Funi e Girolamo e Gaetano Domenichini. La mostra è stata curata da Maria Luisa Pacelli, Barbara Guidi e Chiara Varrasi.