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Appunti dal Senato: un discorso di legislatura

Un discorso di legislatura, quello che il presidente del consiglio Enrico Letta ha rivolto ieri al Parlamento. Noi al Senato lo abbiamo ascoltato in collegamento televisivo dalla Camera, perché il discorso d’insediamento di un nuovo governo si tiene alternativamente in uno dei due rami del Parlamento. Lo stesso presidente Letta è venuto poi al Senato per consegnarci formalmente il testo del suo intervento.

Un interesse in crescendo quello che ha seguito le sue parole. A cominciare da quando ha impegnato non solo i tre partiti che lo sostengono ma anche gli altri a lavorare verso una nuova era, verso un nuovo rapporto più costruttivo tra le forze politiche, tra parlamento e governo. Una cosa che non succede da anni.

Molti gli applausi che ha ricevuto, in particolare quando ha ricordato l’assoluta necessità di stare insieme e ha chiesto impegni urgenti per le riforme, a cominciare dalla legge elettorale.

Ho personalmente molto apprezzato il passaggio relativo alle urgenze dei giovani e alle esigenze delle donne. C’è bisogno di un welfare che debba declinarsi al femminile, ha ricordato Letta, perché sono le donne le prime vittime di un welfare insufficiente. Parole queste che, anche da ex assessore, mi sento di condividere in pieno.

La sospensione dell’Imu a giugno – accolta anche quella da un particolare applauso – va verso un sollecito riesame della fiscalità sulla prima casa ed una riforma complessiva che possa dare più sostegno alle famiglie meno abbienti. Personalmente ritengo che una sorta di patrimoniale, come di fatto è l’Imu, sia opportuna ma senza colpire i redditi più bassi né chi possieda realmente una sola ed unica casa.

Condivido anche il concetto di appartenenza che esce dalle parole del presidente Letta, quando parla di Europa che stiamo costruendo. «L’Europa non è il passato – ha detto – è il viaggio nel quale ci siamo imbarcati per arrivare nel futuro». E ha ricordato i ragazzi partiti nel 1987 per il primo Erasmus, che hanno scoperto nuove case e nuove famiglie.

Innovare e investire in ricerca e sviluppo è per il nuovo governo un passaggio fondamentale per rilanciare il futuro industriale del nostro paese. Dalla scuola, all’università, all’impresa. Solo il cosiddetto trasferimento tecnologico dalle sedi universitarie alla ricerca industriale potrà consentire, a mio avviso, di competere non solo sulla qualità delle produzioni ma anche sulla qualità dei territori.

Come si vede quello del presidente Letta è stato un discorso di grande respiro. Ci sono le condizioni per poter guardare con serenità al prossimo futuro, considerando anche le responsabilità che il Paese ci chiede. Anche coloro che avevano perplessità iniziali ora possono avere tutti i motivi per confermare oggi al Senato la larga fiducia che il governo ha ieri ottenuto alla Camera. Io sarò al loro fianco. L’Italia non può più aspettare.


Rosa Maria Di Giorgi

Senatore della Repubblica
redazione@firenzepost.it

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