
Fiorentina, Renzi telefona a Balotelli dopo i cori razzisti

FIRENZE – Se Milan e Fiorentina alzano i toni con botta e risposta al veleno fra Mencucci e Galliani, il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, prova a smorzare i toni dopo le violenze verbali contro Mario Balotelli consumatesi la notte scorsa a Campo di Marte.
E così approfittando anche dell’amicizia con il ct della Nazionale ed ex viola, Cesare Prandelli, Renzi chiama l’attaccante rossonero preso di mira con ululati razzisti, complica le delusione viola per il mancato terzo posto e relativa Champions League proprio agli ultimi minuti dell’ultima giornata di campionato.
“Con Balotelli ci siamo sentiti tramite Prandelli, e ho detto che nessuno può essere attaccato per il colore della pelle”, ha detto Renzi: “Il fatto che l’attacco della Nazionale sia formato da Balotelli e El Sharawi è un bellissimo messaggio. E siccome Firenze è tutto meno che razzista, se tre persone hanno fischiato Balotelli, il sindaco fa una telefonata a Balotelli per dire che Firenze è casa tua“, ha spiegato Renzi.
A sorpresa derubrica tutto al tifo calcistico il ministro Cecile Kyenge: ”Non tutti i cori sono razzismo”, ha tagliato corto, provando a dare poca importanza a chi si è messo a urlare i cori incriminati.
Kyenge nelle settimane scorse aveva chiamato in causa proprio Balotelli come testimonial per la campagna a favore dello ius soli, ottenendo un sì immediato. “Bisogna confrontarsi e arrivare gradualmente ad una proposta – ha detto anche oggi il ministro -. Bisogna partire dal mescolarsi, dal conoscere l’altro perché credo si debba arrivare a una nuova coesione sociale, a una convivenza che rafforzi la cittadinanza intera”.