«Troppo spazio mediatico alla figlia di Riina»: la rabbia delle vittime dei Georgofili
«Al contrario della figlia più piccola di Riina i nostri figli non hanno potuto dare sfogo e realizzare i propri sogni, o sono morti sotto le mani del tanto “grande padre” Salvatore. O sono rimasti invalidi per sempre e in modo tale da non poter più esaudire nessun sogno, dopo aver avuto addosso i detriti causati da 277 chili di tritolo in via dei Georgofili a Firenze».
Replica così Giovanna Maggiani Chelli, presidente dell’Associazione dei familiari delle vittime di via dei Georgofili, alla notizia che sta circolando sul web e sulle agenzie secondo la quale Lucia Riina, ultimogenita del boss di Cosa Nostra Totò Riina (condannato all’ergastolo anche per la strage dei Georgofili) si è dedicata alla pittura e vende i propri quadri su Internet. Con l’indicazione – mediaticamente molto efficace – che il 5% di ciascuna vendita verrà donato a Save the Children. Circostanza quest’ultima prontamente smentita dalla stessa Onlus che ha precisato di non esserne a conoscenza e «che non ha partecipato in alcun modo alla organizzazione della vendita, né ha mai avuto contatti con la signora Riina». Ma intanto il tam-tam mediatico sale.
«Questa non è una riflessione per la figlia di Riina che può fare quello che crede – prosegue in una nota la signora Maggiani Chelli – ma verso chi imbratta carta a mo’ di grida per simili notizie. La figlia di Riina ottiene spazio nelle agenzie di stampa e sui giornali. Mentre la nostra mostra raffigurante il massacro di via dei Georgofili del 27 Maggio 1993, esposta in 14 spazi a Firenze dagli studenti della università di Novoli, non ha trovato certo spazi sui giornali». Lucia Riina – conclude la nota – «si viva la sua vita in umiltà e taccia, a noi non la dà a bere».